Meno di un mese alla Vigilia di Natale. Poco più di una settimana al 3 dicembre, data di scadenza dell’attuale Dpcm. E il prossimo come sarà? Gli esperti non sono affatto rassicuranti. “Non posso negare la mia preoccupazione”. Ha detto Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute. “Non vorrei che il fatto che guardiamo con ottimismo l’effetto delle misure prese ci portasse a rilassare troppo queste misure, con conseguenze che possono essere molto dannose”. “Oltre 800 morti – ha aggiunto Franco Locatelli presidente del Consiglio superiore della sanità – ci devono portare a ricordare che non siamo fuori dal problema”.
Nonostante l’altolà dell’Iss, l’Alto Adige ha deciso di revocare il lockdown totale, indetto in autonomia lo scorso 8 novembre e che andava oltre le misure previste per le zone rosse: “il 30 novembre riaprono i negozi, i mercati, come anche i parrucchieri ed estetisti. Riprende la didattica in presenza per la prima media”, ha annunciato il governatore Arno Kompatscher (nella foto). Che ha affrontato anche il tema delle vacanze di Natale e dell’apertura degli impianti sciistici: “Sapevamo che non avremo una normale stagione sciistica, un altro discorso è invece un rinvio sine die. Serve chiarezza per gli impiantisti come anche per gli albergatori”, ha spiegato il governatore.
In Veneto invece l’ordinanza emessa dal governatore Luca Zaia introduce nuove limitazioni. “E’ in linea con la precedente – ha annunciato – non siamo in grado di creare allentamenti. Dura fino al 4 dicembre, in tempo per il nuovo Dpcm”. La stretta riguarda le presenze nei negozi al dettaglio, ma non solo. I ristoranti dovranno assicurare che i menù siano su supporto digitale o con usa e getta cartaceo. Va rispettata inoltre la distanza minima di un metro tra i clienti e presso ciascun tavolo non potranno esserci più di quattro soggetti non conviventi. La mascherina va usata in ogni spostamento. Il premier Giuseppe Conte, ha annunciato che “se continuiamo così, a fine mese non avremo più zone rosse. Il periodo natalizio richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere il ferragosto e non ce lo possiamo permettere. Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Con Merkel e Macron stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo”.
Guardando oltre le Alpi c’è chi sembra avere le idee decisamente più chiare in vista del Natale. I ministri-presidenti dei Laender tedeschi hanno trovato un’intesa per le misure di contenimento per Natale e Capodanno: dal 23 dicembre al primo gennaio sarà possibile ritrovarsi con altri nuclei familiari o altri singoli per un massimo di 10 persone. Per la Francia l’alleggerimento si farà in tre tappe, intorno al primo dicembre, prima di Natale e con l’anno nuovo. Il premier Jean Castex – che descriverà le misure nel dettaglio domani pomeriggio – ha voluto sottolineare che si va verso un “leggero allentamento”.
Approccio più duro invece quello del governo spagnolo che ha proposto di limitare a sei persone le riunioni familiari e sociali durante le vacanze di Natale e un coprifuoco dall’1 alle 6 il 24 e il 31 dicembre. Diversa la situazione in Svizzera, dove le stazioni sciistiche sfuggono per ora alle misure di lotta al coronavirus. Sulle piste e nei dintorni ci saranno però regole più severe rispetto alle scorse stagioni. Si tratta tra l’altro di garantire le distanze, le misure di igiene e l’obbligo di indossare la mascherina in alcune circostanze. Entra a gamba tesa sull’argomento l’Austria. Se a Bruxelles dovesse passare la linea italiana, allora l’Europa risarcisca il settore, che dà lavoro a 700mila persone.