Bufera sul Cda di Strada dei parchi spa. La Guardia di finanza di Teramo ha sequestrato beni per 26,7 milioni di euro per la mancata manutenzione dei viadotti autostradali. è la seconda inchiesta che colpisce la concessionaria (controllata dalla Toto Holding) delle autostrade abruzzesi A25 e A24, già finita nel mirino della procura di Pescara per l’autostrada A25. Abuso d’ufficio, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti, sono le accuse mosse, a vario titolo, dai pm Laura Colica e Silvia Scamurra, agli attuali vertici (e agli ex) della concessionoaria: Lelio Scopa, presidente del Cda di Strada Parchi, l’Ad Cesare Ramadori, il vice presidente Mauro Fabris (ex parlamentare e sottosegretario in quota Udeur), Igino Lai, direttore generale e i procuratori e direttori operativi Carlo Marco Rocchi e Gabriele Nati.
Nel mirino, lo stato di degrado accertato sui 9 viadotti teramani (da Isola del Gran Sasso a Colledara) ispezionati dal nucleo di polizia economica finanziaria della Gdf. Una situazione che, accertata da settembre 2018, “è stata evidentemente causata dalla totale inadempienza, dal 2009 ad oggi, dalla concessionaria autostradale degli obblighi di manutenzione ordinaria”. Le fiamme gialle sottolineano che l’unica manutenzione ordinaria svolta sui viadotti per pavimentazione, verde e segnaletica, sarebbe stata effettuata dal 2018 con sovvenzioni pubbliche. Per la manutenzione straordinaria le responsabilità della concessionaria partirebbero dal 2009 così per gli interventi sul viadotto Temperino, da eseguire entro il 2013, ma realizzati dopo il 2018 con contributi statali.
Per le inadempienze sull’incarico pubblico di gestione del tratto teramano dell’A24, il reato ipotizzato è di “attentato colposo ai pubblici trasporti” per omissioni che vanno dal 2009 al 2018. I vertici di Strada dei Parchi “non hanno assicurato la funzionalità e l’esercizio in sicurezza della tratta autostradale e hanno messo in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti”. A loro carico anche “plurime condotte di abuso d’ufficio” perché come incaricati di pubblico servizio potevano affidare, i lavori per l’autostrada, ad imprese collegate, ma sino al 60% del valore della concessione. Limite che sarebbe stato superato già dal 2015 continuando ad affidare i lavori alla Toto spa.
Da qui il sequestro diretto per equivalente per 3 degli indagati e nei confronti di 2 società collegate per 21 milioni di euro. Anche per l’inchiesta pescarese, le responsabilità di Strada dei Parchi riguardano la manutenzione dell’autostrada (A25) per il tratto Torano-Pescara. Nono sono mancate le reazioni politiche. “Bisogna togliere la concessione a Toto – taglia corto Maurizio Acerbo, segretario nazionale (pescarese) di Rifondazione comunista -. La privatizzazione delle autostrade è stato uno dei più grandi furti ai danni della collettività della storia d’Italia”.