Stop della Consulta alle ronde venete. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione governata da Luca Zaia sul “controllo di vicinato”, perché viola la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico. I giudici costituzionali hanno stabilito che spetta soltanto allo Stato legiferare in materia di “sicurezza primaria”, che consiste nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, primariamente affidata alle forze di polizia.
Alle Regioni è consentito prevedere interventi a sostegno della cosiddetta “sicurezza secondaria”, in particolare mediante azioni volte a rafforzare nel contesto sociale una cultura della legalità, nonché a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità, ma non altro. La legge annullata, varata lo scorso anno, aveva come obiettivo la promozione e regolazione del cosiddetto “controllo di vicinato”, sostenendone in vario modo le attività e istituendo una banca dati per il monitoraggio dei suoi risultati. In particolare disciplinava forme di controllo del territorio da parte dei cittadini.
Una decisione contestata dall’assessore regionale alla sicurezza, il leghista Cristiano Corazzari (nella foto). “Esprimo preoccupazione per la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge veneta sul controllo di vicinato – ha dichiarato l’esponente del Carroccio – è un segnale che va nella direzione contraria rispetto al processo di coinvolgimento dei territori e delle autonomie per il quale stiamo lottando”.