Gli effetti economici del Covid lasceranno ancora per molto tempo i segni sulle imprese, e ancora oggi non è possibile stimare un costo totale perché molte aziende si sono indebitate e non è certo che possano restituire questi finanziamenti. Ma l’azione del Governo ha evitato il peggio, e tamponato l’urgenza di liquidità monetaria, che comunque resta ancora elevata. A fare questa sintesi è stata ieri la Banca d’Italia nelle “Note Covid sugli effetti della pandemia”, che analizzano l’impatto dello shock generato dal Covid-19 sul fabbisogno di liquidità, la patrimonializzazione, la redditività e la struttura finanziaria di circa 730.000 società di capitali italiane.
“La recessione innescata dall’epidemia – è scritto nello studio – accresce in maniera significativa la quota di società di capitali italiane che nel 2020 registrerebbero un fabbisogno di liquidità e un deficit patrimoniale. Le principali misure di sostegno varate dal Governo tra marzo e agosto attenuano però fortemente questi effetti: hanno sostanzialmente annullato il maggior deficit di liquidità e hanno ridotto, pur non eliminandolo, il peggioramento nelle condizioni patrimoniali”.
Per Bankitalia l’andamento del fatturato delle imprese è coerente con le proprie previsioni dello scorso luglio, che ne ipotizzavano nel 2020 una caduta del 9,5%. “In assenza dei sostegni dal governo, il forte calo del fatturato avrebbe determinato quest’anno un fabbisogno di liquidità pari a circa 48 miliardi per circa 142.000 imprese (il 19% del totale del campione) e una netta contrazione degli utili, che avrebbe reso sotto-patrimonializzate circa 100.000 imprese (il 13,8% del totale)”, dice il report.