L’emergenza Covid non dà tregua e mentre l’assemblea di Montecitorio potrebbe essere chiamata a votare un nuovo scostamento di bilancio entro un paio di settimane (si ipotizzano almeno altri 20 miliardi di deficit), anche ieri si è svolto l’ennesimo vertice al Mef tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro competente Roberto Gualtieri e i capi delegazione di maggioranza sulle misure da adottare per contenere la crisi innescata dalla pandemia e, di conseguenza, sugli “aggiustamenti” da apportare alla manovra economica, che arriverà in Aula all’inizio del prossimo mese. Probabilmente con un voto di fiducia sul maxiemendamento del governo per essere approvata poi in tempo record al Senato, dove intanto ieri l’esecutivo ha presentato il cosiddetto Ristori bis che sarà inglobato decreto legge Ristori, all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze, a cui se ne potrebbe aggiungere un terzo per varare nuovi aiuti finanziari alle categorie in difficoltà che non sono rientrate nei provvedimenti già emanati.
I deputati del M5s della commissione Finanze hanno infatti già chiesto “un rapido censimento delle imprese coinvolte nella filiera produttiva” rimaste senza aiuti auspicando “un nuovo intervento a fondo perduto che le riguardi”, nonché un “rinvio delle scadenze fiscali, e, nel caso, anche la cancellazione di alcuni adempimenti”. E così, del resto molte associazioni di categoria, da Confcommercio ai produttori agricoli associati in Copagri, il cui presidente si appella alla ministra competente, la titolare dell’Agricoltura Teresa Bellanova, affinché “si adoperi per reintrodurre delle misure di sostegno immediato a favore dell’agricoltura”; il riferimento è all’abrogazione, prevista dal ristori bis, del fondo appena istituito con il precedente Dl ristori con cui erano stati riconosciuti, in via straordinaria 100 milioni di euro di contributi a fondo perduto per le imprese agricole danneggiate dalle restrizioni degli ultimi mesi.
In ogni caso, il Governo valuterà oggi gli ultimi dati arrivati dalle regioni per decidere nuove possibili zone rosse o l’eventuale passaggio da zone gialle ad arancioni e in quel caso dovrà essere pronto con un piano di emergenza, il decreto Ristori Ter appunto, per affrontare il conseguente ampliamento della platea dei beneficiari degli indennizzi e degli sgravi fiscali. Nel Ristori bis è già previsto un fondo di 400 milioni per i futuri cambi di colore delle regioni e il premier Conte si rende perfettamente conto, come ha affermato ieri intervenendo all’evento sull’Act-Access to Covid-19 tools accelerator nell’ambito del Paris Peace Forum, degli “effetti dirompenti della pandemia sul tessuto sociale”, e che combattere il virus “è fondamentale non solo per salvare milioni di vite, ma anche per superare i pesanti effetti socio-economici della pandemia”.
E di fisco ha parlato il premier Conte, questa mattina, intervenendo alla tre giorni promosso dalla Cgil “Futura: lavoro, ambiente, innovazione”: “L’anno 2021 deve essere e sarà l’anno della riforma fiscale, tributaria, sarà anche l’anno delle politiche attive sul lavoro, dobbiamo riorganizzare e offrire una prospettiva più concreta in questa direzione, la riforma sugli ammortizzatori sociali va completata. Noi sfrutteremo tutti i soldi a disposizione dell’Europa, intendiamo sfruttare tutte le risorse europee con l’obiettivo fondamentale di modernizzare il paese, questa iniezione di risorse è una grande opportunità. Per modernizzare il paese – ha aggiunto – bisogna avere una visione strategica, e avere grandi progetti, non ci sarà una distribuzione a pioggia delle risorse. Noi dobbiamo creare nuove opportunità di lavoro, non dobbiamo intervenire solo per salvaguardare il lavoro che c’è”.