Le politiche attive del lavoro riattivate grazie al Reddito di cittadinanza, dopo anni di continui tagli alla spesa, non hanno funzionato bene come l’assistenza ma non è affatto vero che siano state un flop assoluto. A fare i conti è stata ieri l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) guidata da Domenico Mimmo Parisi (nella foto), riferendo in audizione in Commissione Lavoro della Camera. Al 31 ottobre scorso, su un totale di 1.369.779 beneficiari del Reddito di cittadinanza (RdC) tenuti alla sottoscrizione di un Patto per il Lavoro, 352.068 hanno avuto almeno un rapporto di impiego. Si tratta del 25,7%, con un’incidenza percentuale che in 15 Regioni supera il 30%.
Il 15,4% dei beneficiari ha stipulato un contratto a tempo indeterminato, il 4,1% un contratto di apprendistato. Per il 65% dei soggetti invece si è registrato un contratto a tempo determinato. Con riferimento ai solo contratti a tempo determinato e di collaborazione, il 69,8% ha una durata inferiore ai 6 mesi, il 20,9% tra i 7ed i 12 mesi ed una quota del 9,3% supera la soglia dell’anno. Sempre al 31 ottobre i beneficiari RdC con un rapporto di lavoro ancora attivo sono 192.851. Sono circa 55 mila i beneficiari che hanno avuto un contratto di lavoro con la qualifica di professioni non qualificate nel commercio e nei servizi (il 15,6% del totale).
Più di 48 mila, invece, hanno svolto un lavoro qualificato nelle attività ricettive e della ristorazione (il 13,7% del totale). Per l’ex sottosegretario al Lavoro dei 5S, Claudio Cominardi, nel giro degli ultimi tre mesi i contratti sono quasi raddoppiati. E questo mentre stiamo attraversando la crisi senza precedenti generata dall pandemia. “Il Reddito di cittadinanaza ha avuto un ruolo e un’importanza incredibili, offrendo un salvagente contro la povertà e stimolando decine di migliaia di persone nella ricerca di una nuova occupazione”, ha aggiunto Cominardi, ex sottosegretario per il Lavoro del Governo Conte I e tra i principali promotori della riforma dei centri per l’impiego, potenziati anche grazie ai quasi 3.000 navigator voluti da Parisi.
Sul totale dei beneficiari occupabili, cioè degli adulti tenuti a firmare un Patto per il Lavoro, la percentuale di chi ha trovato almeno un’occupazione è salita da luglio ad ora dal 18,7 al 27,7%. Numeri che comprensibilmente non bastano all’opposizione, mentre è giusto un po’ più sorprende la reazione di Matteo Renzi, secondo cui non va ampliato il ruolo dei navigator ma “ridotto quello di Parisi”,