Si sente spesso parlare di fuga di cervelli, un fenomeno che sta tornando molto di moda negli ultimi anni, per via della crisi e delle differenti congiunture economiche. Le motivazioni che spingono i giovani italiani laureati ad andare all’estero sono molteplici. Innanzitutto, al di fuori dell’Italia è molto più semplice trovare opportunità lavorative e gli stipendi sono sostanzialmente più alti. Inoltre, nei paesi stranieri viene dato un peso molto diverso alle nuove competenze tecnologiche e digitali, che qui da noi vengono ancora considerate poco per via della difficoltà (da parte delle aziende) di accettare i cambiamenti del mercato. Questo è quanto sostiene il 48% dei soggetti intervistati da Talents in Motion.
Quanti pensano di tornare in Italia? Sempre secondo questo report, il 66% sarebbe disposto a farlo, ma soltanto nel caso in cui dovessero migliorare le condizioni economiche e dunque gli stipendi proposti dalle aziende. O nel caso dovessero arrivare proposte utili per un avanzamento di carriera.
Le difficoltà vissute da chi si trasferisce all’estero. Naturalmente, la vita di chi si trasferisce in terra straniera non è sempre rose e fiori, soprattutto se si considerano le difficoltà iniziali. Si fa ad esempio riferimento al periodo di ambientamento, che in molti casi può essere duro per via delle barriere linguistiche e per le differenze in termini culturali, anche se bastano pochi mesi per superarle.
Per quanto concerne il lato logistico, è chiaro che il trasferimento comporta delle difficoltà legate ai traslochi e alle varie necessità burocratiche da affrontare, come il visto in certi paesi. Per questo motivo, il primo consiglio è di affidarsi ad una società esperta in trasloco internazionale, in modo tale da poter “snellire” tutte le procedure più difficoltose. Inoltre, si suggerisce di pianificare con largo anticipo ogni tappa del trasloco, dall’inscatolamento delle cose fino ad arrivare all’eliminazione di tutti gli oggetti superflui.
In secondo luogo, attenzione alla catalogazione delle scatole e alla gestione dello stress, legato soprattutto ai saluti. Ci vuole la giusta mentalità, sia quando si affronta un trasloco di questa portata, sia quando ci si prepara ad una vita molto diversa da quella vissuta finora.
Come evitare l’ansia quando ci si trasferisce. L’ansia e lo stress, come anticipato poco sopra, sono i nemici peggiori per chi trasloca all’estero e possono complicare un compito già difficile di suo. Il primo consiglio è di vivere con serenità questo momento, pensando alle cose positive della nuova esperienza, e non a quelle negative. Gli “addii” devono diventare degli “arrivederci”, con la consapevolezza che l’Italia in fondo è quasi sempre dietro l’angolo. Inoltre, è il caso di non farsi sovrastare dai problemi che arriveranno: meglio affrontarli uno alla volta, e dedicare ad ognuno di essi il tempo che serve, senza fretta e con un programma fatto di priorità.
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