Dopo lo scandalo dei fondi per i poveri sperperati dall’ex porporato Angelo Becciu (nella foto) e l’arresto della cosiddetta lady del cardinale, Cecilia Marogna, molti pensavano che dalla vicenda difficilmente sarebbero spuntate altre novità in ambito giudiziario. Peccato che le cose non starebbero affatto così perché in queste ore è scoppiato un vero e proprio giallo perché a Becciu oltre alle accuse di peculato, per le somme e i favori assicurati dalla sua posizione ai fratelli Tonino e Mario, le autorità della Santa Sede sarebbero pronte a contestargli anche l’elargizione dei fondi alla Marogna e l’omessa vigilanza su come questo denaro veniva speso. In altre parole sarebbe indagato anche nel filone che è costato l’arresto della donna. Circostanza che i legali dell’ex cardinale, gli avvocati Fabio Viglione e Agostinangelo Marras, hanno smentito con forza pubblicando una nota in cui spiegano che al momento il loro assistito “non ha ricevuto alcuna comunicazione dalla competente Autorità”.
Quel che è certo è che alla donna, originaria di Cagliari e titolare di una società di missioni umanitarie con sede in Slovenia, negli ultimi tempi sono arrivati ben 500mila euro dalla Segreteria di Stato e per diretta volontà di Becciu. Denaro elargito in quattro tranche alla donna, ritenuta esperta di questioni geopolitiche e mediazioni internazionali, e che ufficialmente doveva servire per sostenere missioni umanitarie – alcune anche top secret – in Africa e in Asia come la conduzione delle trattative per la liberazione di missionari rapiti. Peccato che per le autorità vaticane le cose non sarebbero andate del tutto così. Anzi, scandagliando i conti della donna, sarebbe emerso che quasi la metà di quei soldi, sempre stando alle ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe stata utilizzata per scopi assai meno nobili come l’acquisto di borsette, cosmetici, beni di lusso e, più in generale, per rifarsi l’intero guardaroba.
Addirittura la Marogna avrebbe acquistato una costosissima poltrona in pelle per rinnovare l’arredamento di casa. Acquisti di cui, già a suo tempo, più di qualcuno ha chiesto conto proprio a Becciu e che, per questo, dopo aver fatto sapere di sentirsi “truffato” si è detto pronto a sporgere denuncia nei confronti della signora con cui, a suo dire, “i contatti attengono esclusivamente questioni istituzionali”. Una giustificazione che non avrebbe convinto del tutto gli inquirenti d’Oltretevere che, in quello che appare come un atto dovuto, vogliono capire se e perché Becciu non abbia vigilato sull’utilizzo di questi copiosi fondi.
VERSO L’ESTRADIZIONE. Proprio per queste spese, la Marogna è finita nei guai in quanto indagata per i reati di peculato e di distrazione di beni. Arrestata su mandato della magistratura Vaticana, che ora ne chiede l’estradizione, la difesa della donna ha presentato un’istanza alla Corte d’Appello di Milano e ottenuto, da questa mattina, la sua scarcerazione con obbligo di firma. Per l’avvocato Fabio Federico, stando ai Patti Lateranensi, la sua assistita ”non poteva essere arrestata dato che l’accordo tra Italia e Vaticano consente l’estradizione dal Vaticano all’Italia, ma non quella dall’Italia al Vaticano”. L’avvocato ha anche lamentato di non avere avuto modo di leggere il mandato di cattura che non sarebbe neppure a disposizione dei pm milanesi. Istanza a cui la procura generale ha dato parere contrario ravvisando il pericolo di fuga e la mancanza di un indirizzo preciso tra Milano e la Sardegna, ossia un elemento che ostacola anche l’eventuale attenuazione della misura cautelare.