Finirà in Procura la lite tra il giornalista Alessandro Giuli (nella foto) che annuncia querela contro il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. Pomo della discordia l’ultima puntata della trasmissione di Rai3 che ha tirato in ballo Giuli quale autore di una parte del programma della Lega. “Il mio nome è apparso in quanto nel 2017 avevo inviato per email al senatore Siri una bozza del programma culturale della Lega”, conferma Giuli. Il problema, chiarisce a La Notizia, è che “mi sono ritrovato la mia posta elettronica privata spiattellata in prima serata su Rai 3” quando “non c’era alcuna ragione di mostrare” il messaggio afferma Giuli secondo cui “qualcuno è in possesso della mia posta elettronica e l’ha passata a Report”.
Questione su cui decideranno i magistrati. Ma resta quella dell’opportunità professionale: aver scritto parte del programma (culturale) di un partito (la Lega) è compatibile con il principio di imparzialità richiesto per un giornalista per di più conduttore di una trasmissione del servizio pubblico? Giuli ritiene di Sì. Perché nel 2017 “ero un direttore di un settimanale, Tempi, e provenivo dal Foglio”. Inoltre “era nella mia piena facoltà scrivere cose di carattere culturale per la Lega o per chiunque me lo avesse chiesto o me lo chiederà perché rivendico il diritto di esporre, gratuitamente, consigli di carattere culturale”.
Di certo Giuli sta attraversando un momento no, iniziato con la sospensione della trasmissione da lui condotta e proseguito con la positività al Covid-19. A rendere meno amaro questo momento c’è il contratto di esclusiva con la Rai, confermato dallo stesso Giuli. Che di norma prevede, in ogni caso, un compenso minimo garantito.