Occorre altro tempo alla commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni per fare luce sulla tragedia e per effettuare anche due missioni, in Gran Bretagna e in Egitto. A tal fine e per evitare di dover concludere le attività il prossimo 3 dicembre, come previsto quando è stato istituito l’organismo, il presidente della stessa commissione, Erasmo Palazzotto (nella foto), insieme a nove colleghi, ha chiesto alla Camera una proroga.
Nella richiesta è stato specificato che le audizioni effettuate hanno consentito di sviluppare un programma di lavoro strutturato e articolato su una pluralità di filoni di indagine, diretti ad approfondire gli aspetti politici, diplomatici, economici e accademici che caratterizzano la tragica vicenda, insieme al percorso investigativo compiuto anche in ordine alla cooperazione giudiziaria italo-egiziana.
Lavori però frenati pesantemente, al pari di molte altre attività, parlamentari e non dall’emergenza coronavirus. A partire dalla metà di giugno è stata inoltre compiuta un’ulteriore e più profonda riprogrammazione dell’attività vista l’esigenza di verificare lo stato delle relazioni bilaterali italo-egiziane alla luce della discussa vendita di due fregate militari al Cairo da paerte dell’Italia, criticata ieri anche dall’ex ministro Lorenzo Fioramonti. Sono stati auditi tutti coloro che hanno ricoperto responsabilità politiche a partire dal 2016, cercando di appurare “il grado d’intensità della pressione diplomatica esercitata sull’Egitto”, e sono state acquisite circa 12mila pagine di documenti.
Ma sarebbe necessario, secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta, fare delle altre verifiche, compiere altri approfondimenti istruttori e nuove acquisizioni documentali. Per Palazzotto e gli altri sarebbe infine importante compiere due missioni all’estero, in Egitto e nel Regno Unito, “che sinora non è stato possibile programmare a causa dell’emergenza Covid”. Chiesto quindi alla Camere altro tempo prezioso.