Un duro attacco quello rivolto dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ai Pasi membri: “Molte cose sono state fatte in modo corretto nella prima ondata – ha spiegato ieri la presidente – però le strategie di deconfinamento sono state troppo veloci. Le misure sono state allentate troppo presto, ecco perché c’é la seconda ondata che non sappiamo neppure se sarà l’ultima”. Suona come un mea culpa condiviso quello della presidente della Commissione europea rispondendo alle domande in conferenza stampa. Così il vertice di Palazzo Berlaymont torna a sottolineare che “la situazione del Covid-19 è molto grave. Dobbiamo intensificare la risposta dell’Ue”.
Un grido d’allarme rivolto soprattutto a quei politici che continuano a ritenere che le misure di restrizione prese in vari Paesi siano eccessive e, anzi, minino la libertà individuale. Per questo, annuncia, l’esecutivo europeo ha già pensato a lanciare “ulteriori misure nella nostra lotta contro il virus, dall’aumentare l’accesso a test rapidi e preparare campagne di vaccinazione a facilitare il viaggio sicuro quando necessario – ha aggiunto – Invito gli Stati membri a collaborare strettamente. Misure coraggiose intraprese ora aiuteranno a salvare vite umane. Nessuno Stato membro uscirà in sicurezza da questa pandemia fino a quando non lo faranno tutti”. Ed è proprio focalizzato sull’unità e sulla condivisione l’intervento della von der Leyen, intesi come principi fondamentali per superare il momento di emergenza.
“Occorre coordinarci – ha aggiunto presentando le misure che oggi saranno sul tavolo dei capi di Stato e di governo – In questa crisi tutti abbiamo imparato che la prospettiva meramente nazionale ha i suoi limiti e che invece siamo molto più forti quando agiamo in 27“. L’ex ministra tedesca è poi tornata sul tema dei vaccini che, dice, devono essere forniti a tutti gli Stati membri alle stesse condizioni: “Nel miglior scenario possibile, gli accordi per l’acquisto anticipato dei vaccini che abbiamo con le società farmaceutiche prevedono un range tra i 20-50 milioni di dosi consegnate ogni mese, da quando le prime società saranno pronte, possibilmente da aprile.
Se tutti i candidati che abbiamo per la produzione dei vaccini avessero successo, nel 2021 avremo 1 miliardo e 220 milioni di vaccini. Ma anche se tutti i candidati non dovessero riuscire, potremo vaccinare 700 milioni di persone”. Numeri importanti che, se fossero confermati, gaantirebbero una risposta concreta all’emergenza. Un’emergenza che oggi resta critica. E che può essere superata solo se tutti navigano nella stessa direzione.