“Abbiamo ricostruito da capo l’intera macchina” amministrativa riportando “le procedure ordinarie” al centro della pianificazione della Capitale. A confermare il cambio di passo di Roma è l’assessore capitolino alle Infrastrutture, Linda Meleo.
Con l’Amministrazione Raggi è evidente che la città sia stata profondamente trasformata. Secondo lei in cosa e come è cambiata la Capitale negli ultimi quattro anni a trazione grillina?
“È stato un percorso che ha recuperato una città che sotto molti profili era all’abbandono. Quando siamo arrivati, nelle infrastrutture non c’erano nemmeno accordi quadro di manutenzione ordinaria delle strade, quelli che servono, molto banalmente, a tappare una buca o per il pronto intervento. Non c’erano gare dedicate alle manutenzioni straordinarie. Abbiamo rimesso in piedi un sistema basato su gare trasparenti e su percorsi che seguono le procedure normali e non quelle eccezionali che erano la regola delle precedenti amministrazioni. Solo per quanto riguarda le infrastrutture sono stati investiti più di 200 milioni di euro e sono stati previsti interventi di manutenzione straordinaria impiegando più del doppio delle risorse rispetto al 2013. C’è stata una forte ed evidente inversione di tendenza sulle modalità di organizzazione, sulle risorse e sulla programmazione. In realtà questi lavori non sono rimasti limitati alle infrastrutture ma sono stati portati avanti in tutti i settori, ad esempio fino a settembre 2019 ho lavorato sulla mobilità e anche lì è stato fatto un lavoro eccezionale che ci ha permesso di adottare il Pums (Piano urbano della mobilità, ndr) ossia l’elemento che ci ha consentito di ottenere i finanziamenti per le nuove infrastrutture come tram, per le funivie e per le metropolitane. Inoltre sul tema di Atac ci tengo a ricordare che entro fine mandato avremo cambiato più di 600 autobus, una cosa che non si faceva da moltissimo tempo, per abbassare l’età media dei bus e migliorare il servizio”.
Quali sono le criticità che la città deve ancora affrontare e su quali siete già a lavoro?
“Bisogna recuperare vecchi appalti morenti che hanno causato grandi disagi e chiudere appalti come quello del raddoppio di via Boccea, siglato ad inizio anno. Inoltre lavoriamo alle grandi manutenzioni e alle riqualificazioni, tra tutte il progetto per la stazione Tiburtina, di cui è stata abbattuta la sopraelevata con un intervento che i cittadini chiedevano da 20 anni, e dove ora stiamo riqualificando il piazzale ovest assieme ad Rfi”.
Intanto prosegue il programma #StradeNuove che ha riavviato, tra i tanti, gli interventi su via Tiburtina. Un appalto che ora va avanti dopo anni di stop e lavori a rilento. Come mai in passato questo intervento, a lungo invocato dai romani, ha subito così tanti intoppi?
“È la storia di un appalto complicato in cui è successo di tutto a partire da varianti progettuali continui, fino a problemi dell’impresa che aveva vinto la gara che è stata sottoposta a procedura fallimentare e ha interrotto i lavori che erano già andati a rilento ed erano stati parziali tanto che molti attraversamenti delle condotte dei sottoservizi non erano stati effettuati. Ciò dimostra che in passato chi doveva vigilare non lo ha fatto. Con la società, in amministrazione straordinaria, le cose non sono migliorate granché fino a quando è stato ceduto un ramo d’azienda, con annessi progetti, all’impresa D’Agostino con cui lavoriamo a stretto contatto per recuperare il tempo perduto a partire dal nodo della stazione metro di Rebibbia e del ripristino del capolinea Atac lì presente”.
Di questi tempi si parla soprattutto di scuola e Covid-19. In che modo l’Amministrazione ha preparato gli istituti in vista della seconda ondata di questa terribile pandemia?
“Abbiamo passato un’estate di lavoro sentendo Municipi e dirigenti scolastici per garantire il distanziamento necessario per i ragazzi e abbiamo realizzato, con un appalto da 2,5 milioni di euro, lavori di edilizia leggera come tramezzature o per mettere fine a gravi carenze nelle scuole. Pensi che in una di queste abbiamo dovuto installare oltre 50 termosifoni. Tutto quello che si poteva fare lo abbiamo fatto e stiamo continuando a lavorare ben consci che è un momento delicato ma abbiamo predisposto gli strumenti per rispondere all’emergenza”.
A pochi mesi dalla fine del mandato è tempo di bilanci. Quali sono, secondo lei, le prospettive future della città eterna alla luce della ricandidatura a sindaca di Virginia Raggi?
“Il lavoro di questi 5 anni è stato eccezionale perché ha messo in ordine e riavviato la macchina capitolina. Inoltre abbiamo programmato il futuro della città, tanto per lavori micro e macro, con un percorso completamente diverso rispetto alla gestione della città dalle precedenti amministrazioni. È stato un percorso virtuoso che non deve essere fermato. Vede questi sono stati anni in cui abbiamo seminato, adesso bisogna andare avanti perché ora ci sono gli strumenti, incluse le risorse legate al recovery plan e al Next generation Eu, per far cambiare radicalmente la città in tutti i settori. Voglio ricordare anche il percorso di legalità seguito dalla sindaca nella lotta ai clan, tra cui Casamonica e Spada. Prese di posizione così nette da parte di un sindaco, non penso ci siano mai state in passato”.