Stefano Sansonetti
Una faida in piena regola all’interno del ministero dello sviluppo economico. Destinato a farne le spese è Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto di Flavio Zanonato, ormai fuori dal dicastero. La scintilla è stata provocata da un progetto di riordino del ministero a cui stava lavorando lo stesso Zaccardi, storico collaboratore di Pier Luigi Bersani. Allo scopo di razionalizzare il dicastero, il piano intendeva da una parte mantenere il Dipartimento Sviluppo e Coesione, dall’altra accorpare in un’unica struttura i Dipartimenti di Comunicazioni, Energia e Impresa. L’operazione, però, non è andata giù ad alcuni funzionari coinvolti.
In particolare si tratterebbe di Roberto Sambuco, capo del Dipartimento Comunicazioni, e di Giuseppe Tripoli, al vertice di quello relativo a Imprese e Internazionalizzazione. Ora, è vero che i due sono in scadenza, con il destino incerto che ne consegue, ma sono considerati anche di area “vicina” al Pdl. Senza contare la delicatezza del Dipartimento Comunicazioni, la cui competenza ruota intorno a temi particolarmente sensibili per gli interessi dell’ex premier Silvio Berlusconi. Insomma, la proposta di diluire le Comunicazioni all’interno di una struttura più grande ha scatenato un putiferio. Al punto che anche il viceministro, Antonio Catricalà, avrebbe fortemente avversato un esito di questo tipo. L’atmosfera, comunque, al ministero si è fatta davvero pesante. Secondo quanto è possibile ricostruire Zaccardi avrebbe affidato a una lettera le sue dimissioni, con grande disappunto dello stesso Zanonato. Sul piede di guerra anche i sindacati, forti oppositori del piano Zaccardi. Sullo sfondo, poi, si stagliano le figure di due funzionari che stanno ampliando i loro poteri all’interno del ministero. Si tratta di Simonetta Moleti, vicecapo di gabinetto, e Carlo Sappino, capo della direzione generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali. Moleti e Sappino, che peraltro sono sposati, stanno gestendo partite importanti, vedi le nomine di società come Sogin e Invitalia (anche se formalmente controllate dal ministero dell’economia). Partita che dovrebbe portare alla conferma di Domenico Arcuri al vertice di Invitalia.