Hanno dovuto, obtorto collo, accettare il compromesso sulla didattica a distanza per le scuole superiori e rassegnarsi che a pagare il prezzo siano quelle categorie – dai ristoranti alle palestre – a cui è stato pure chiesto di adeguarsi alle misure anti Covid ma ora non accettano che sui trasporti si rimanga fermi. Per i Cinque Stelle la misura è colma e l’irritazione nei confronti di chi viene ritenuto il maggiore responsabile di questo stallo nel Trasporto pubblico locale, ovvero la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, è massima. E non solo la scuola, buona parte delle misure restrittive decise con l’ultimo Dpcm sono state varate con l’intenzione di alleggerire il trasporto pubblico. Non da ultimo la chiusura di cinema e teatri: “Dovevamo ridurre la mobilità delle persone”, ha spiegato il ministro Dario Franceschini.
E così ieri i senatori M5S in commissione Lavori pubblici e Trasporti hanno scritto una nota ultimativa. “La ministra De Micheli da giorni minimizza ma quello del trasporto pubblico rimane un problema da affrontare. La verità è che su pensiline strapiene o carrozze di treni con centinaia di persone senza finestrini la sicurezza non può essere garantita”. Per concludere che “urge un tavolo subito. Non si possono chiedere dolorosi sacrifici ad alcune categorie produttive, e poi vedere al mattino ancora treni pieni di pendolari o autobus con persone tutte ravvicinate. La situazione è difficile e la ministra è bene che si lasci aiutare”.
Domenica la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha chiesto esplicitamente che siano incrementati i trasporti (“Il governo ha dato 300 milioni di euro, ne sono stati spesi 120”) anche a fronte di tutti gli investimenti fatti nella scuola (“Con i 660 milioni circa sono stati aperti 12mila cantieri per avere 40mila aule in più”). A far saltare, poi, i grillini dalla sedia sono state alcune dichiarazioni della De Micheli rilasciate pochi giorni fa in tv: “Siamo l’unico paese al mondo – ha detto – che ha l’80% di capienza sui mezzi pubblici e non al 100%. Per tutta l’estate abbiamo studiato i flussi per la riapertura delle scuole e abbiamo rafforzato il trasporto pubblico locale. Ad oggi la presenza media sui trasporti pubblici si è abbassata al 40%, con punte al 65%. Se avessimo limitato la capienza al 50%, oltre mezzo milione di italiani non sarebbero potuti andare a lavorare. Poi diversi studi dicono che sui mezzi pubblici l’esposizione al contagio è bassa”.
Un’affermazione quest’ultima bollata come “lunare” negli ambienti pentastellati. Giovedì la De Micheli è attesa in audizione davanti alle commissioni riunite Trasporti della Camera e Lavori pubblici del Senato proprio sullo stato del trasporto pubblico locale con riferimento all’emergenza sanitaria. In quell’occasione dovrà risultare convincente e assicurare interventi precisi. I grillini non sono disposti a farle sconti di sorta.