di Nicoletta Appignani
Un giro d’affari che oscilla tra gli otto e i 10 miliardi di euro l’anno. Sono questi i numeri del gioco d’azzardo illegale, stimati in un’analisi realizzata da Confindustria Sistema Gioco Italia. Una somma che implica un miliardo di euro l’anno di mancati introiti nelle casse dello Stato.
Il panorama
Malgrado gli sforzi realizzati in materia, come lo sviluppo di un’offerta di gioco legale, e nonostante le continue azioni di contrasto alla criminalità del settore, le aree dell’illegalità in Italia sono ancora numerose: apparecchi completamente al di fuori del circuito legale, scommesse clandestine e siti web di gioco rappresentano il problema più significativo. Anche se non esistono fonti certe relativamente al valore del mercato illegale, si stima che nel 2012 le sole scommesse sportive non autorizzate abbiano rappresentato un giro d’affari di 2 miliardi e 600 milioni di euro, da sommare ai 400 milioni di quelle on line.
Le conseguenze di un business così vasto ovviamente sono molte. Quella più grave è l’impossibilità di effettuare controlli in grado di tutelare il consumatore, incitando così il gioco irresponsabile e speculando sulla ludopatia.
“La persistenza di un’offerta illegale sul territorio falsa i dati di mercato e incide pesantemente sull’andamento economico del settore autorizzato – spiega Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia – soltanto nel betting, il mercato legale è stimato in quattro miliardi di euro l’anno, mentre quello illegale in circa due, raccolti in 4 mila punti vendita non autorizzati”. Un volume di guadagni enorme, questo, che sfugge al fisco e non permette alcun controllo. Così a poter accedere alle scommesse sono anche i minori. Proprio due giorni fa, la relazione presentata al Parlamento dal Dpa, il Dipartimento Politiche Antidroga, ha mostrato i dati relativi a giovani che sempre più spesso tentano la fortuna con il gioco d’azzardo. Soltanto in quello legale si stima, infatti, che circa un milione e 250 mila studenti delle scuole superiori abbiano partecipato ad almeno un gioco d’azzardo, con frequenza rilevata di almeno un episodio negli ultimi 12 mesi.
Le cronache
La cartina di tornasole sta nelle operazioni delle forze dell’ordine nel settore, operazioni che diventano sempre più frequenti. Una settimana fa la Squadra mobile di Potenza ha sequestrato un patrimonio di immobili e quote societarie tra Potenza, Roma e l’Umbria. In tutto otto milioni di euro appartenenti a un’organizzazione dedita al gioco d’azzardo e alla raccolta illegale di scommesse. Le persone coinvolte nell’operazione denominata “Game Over” facevano parte di una banda che realizzava truffe proprio attraverso l’utilizzo di slot machine truccate. A questo si aggiungono altre accuse, dall’esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa al riciclaggio.
La concorrenza sul territorio
Ma quanto è grande ed estesa la rete dell’illegalità in Italia? Nel corso del 2012 è stata effettuata da un gruppo di concessionari una rilevazione sul territorio. I punti irregolari censiti sono stati poco meno di 4 mila, con una forte concentrazione nelle aree in cui è maggiore la raccolta di scommesse autorizzate. Infatti, i punti illegali aprono molto spesso in prossimità della rete autorizzata con l’intento di beneficiare, quanto più possibile, dello stesso bacino d’utenza. Approfittando di una clientela spesso inconsapevole. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, i controlli effettuati “a partire dal gennaio 2012 in 284 comuni d’Italia hanno permesso di rilevare 577 agenzie di raccolta scommesse prive di licenza”. Non solo. Il gioco illegale comporta anche altissimi rischi di riciclaggio di denaro. Non a caso, molto spesso dietro episodi analoghi si nasconde la lunga mano della criminalità organizzata, soprattutto la Camorra. Capace, come dimostrato da recenti inchieste, di arrivare a manipolare perfino i risultati delle partite di campionati minori. Un fenomeno, quello del calcioscommesse, destinato a ingrassare le casse dei clan.