“La mia paura è che siamo solo all’inizio, che presto ci troveremo un’altra volta punto e daccapo”. Non si nasconde dietro un dito Dario Violi, consigliere regionale M5S in Lombardia, dopo la decisione di Attilio Fontana di istituire il coprifuoco in Lombardia visti i numeri, drammatici, dei contagi in Regione.
È preoccupato?
Assolutamente sì. Per due ragioni. Innanzitutto perché parliamo di un virus che nessuno riesce a fermare. E in secondo luogo perché a doverlo fare è chi si è già dimostrato incapace nel gestire l’emergenza. È come se si volesse fermare con la mano un’onda. Se poi la mano è di un bambino piuttosto che di un adulto capisce bene che la preoccupazione è tanta e giustificata.
Condivide però l’idea del coprifuoco?
Credo che la questione sia stata gestita male. Si è fatto poco e male.
In che senso?
Penso che avrebbero dovuto esserci regole più stringenti ma magari solo per alcune aree. Il problema qui in Lombardia riguarda innanzitutto l’area metropolitana di Milano. Conveniva casomai intervenire molto tempo prima, ma solo su questa zona senza “condannare” aree che ad oggi sono toccate solo marginalmente – e per fortuna – dal contagio.
Che ne pensa del fatto che Salvini abbia “tentato” di frenare l’ordinanza sul coprifuoco?
È una follia, una follia totale. Dopo mesi di liti e di rinvii si era riusciti a organizzare una riunione con tutte le forze politiche e i vari comuni. E Salvini è intervenuto scompigliando quanto era stato fatto fino ad allora. È stato imbarazzante. Che poi, voglio dire: è un leader di partito, se non era d’accordo bastava chiamare Fontana. Così, invece, è come se lo avesse delegittimato in pubblico commissariandolo. E lui a sua volta l’ha sbugiardato.
Che ne pensa della decisione di secretare le audizioni della Commissione d’inchiesta regionale sull’emergenza sanitaria?
Si è partiti col piede sbagliato. Staremo a vedere.