“La stagione dei tagli ai servizi pubblici è finita da quanto il Movimento 5 stelle è al governo”. A testimoniarlo, al di là delle parole, è la Manovra 2021, presentata pochi giorni fa dal governo, una manovra espansiva, “in grado di spezzare il terribile circolo vizioso di disoccupazione, crollo degli investimenti privati e sofferenze del sistema bancario”. Ne è convinto Giovanni Currò, capogruppo M5S in Commissione Finanze alla Camera. Che rilancia anche l’esigenza di investimenti pubblici con i fondi in arrivo dall’Ue, senza però cadere nella trappola del Mes.
Per molti, però, resta la panacea a tutti i mali…
Il dibattito sul Mes è solo italiano. In Europa durante la pandemia nessuno lo ha chiesto e nemmeno ha pensato di chiederlo. In Italia le ragioni dell’insistenza sul Mes sono politiche, un maldestro tentativo di mettere in difficoltà questa maggioranza di governo. Dal punto di vista tecnico abbiamo spiegato a più riprese perché i rischi di accedere al Fondo Salva Stati siano enormemente maggiori, in termini di condizionalità e cessioni di sovranità, dei benefici teorici sulla spesa per gli interessi.
Al di là dei fondi europei, la Manovra che nei prossimi mesi il Parlamento si appresta a discutere è una manovra che sia Gualtieri che Conte hanno definito “espansiva”. Non è un rischio in periodo di recessione?
Al contrario. L’ultima grande crisi, quella del 2008, ha insegnato che l’azione espansiva dello Stato è la sola in grado di spezzare il terribile circolo vizioso di disoccupazione, crollo degli investimenti privati e sofferenze del sistema bancario. È proprio perché lo Stato è tornato a restringere i cordoni della borsa troppo in fretta che nel 2010 abbiamo registrato una seconda recessione. Oggi non dobbiamo commettere lo stesso errore: non solo la Manovra 2021 ma anche le successive devono essere di segno espansivo.
Oltre alle misure economiche, pare essere una Manovra molto attenta anche all’ambito sociale. È la fine delle politiche di austerity?
Ce lo auguriamo. Va detto che da quando il MoVimento 5 Stelle è al governo la stagione dei tagli ai servizi pubblici è finita. Rifinanziare la Sanità, l’Istruzione e gli Enti locali per noi è una priorità. Ora, però, di fronte a questa pandemia dagli effetti dirompenti è urgente rilanciare anche gli investimenti pubblici per tornare a livelli europei.
Fondamentale sarà anche la lotta al sommerso. “Pagare tutti per pagare meno”, ha detto Conte. Perché questa volta dovrebbe essere diverso rispetto agli annunci del passato?
Abbiamo già ottenuto risultati tangibili con la fatturazione elettronica e ora, anche grazie al Recovery Fund, realizzeremo investimenti massicci sulla digitalizzazione. Innovare il processo di accertamento e riscossione fiscale, aumentando la tracciabilità delle transazioni e incentivando il consumatore a pagare con mezzi elettronici rispetto al contante può essere la chiave di volta sul fronte evasione.
Crede che questo governo possa segnare un punto di svolta nelle politiche economiche anche in Europa?
Può dare senz’altro un contributo in quel senso. Non dimentichiamo che il buon risultato sul Recovery Fund è dipeso anche dall’insistenza del governo italiano in sede europea. Nei mesi scorsi abbiamo stanziato 100 miliardi in pochi mesi, ora stiamo preparando una Manovra da 40 miliardi per il 2021. Il segno della politica economica è cambiato e il MoVimento 5 Stelle è al governo per garantire che non si tornerà alla stagione dell’austerità.