La recrudescenza del virus ha reso necessarie nuove misure per contenere il contagio. Ma nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia “non abbiamo mai abbassato la guardia”. Il premier Giuseppe Conte riferisce al Senato sulle ultime disposizioni anti Covid. Ancora una volta, dice, si chiedono ai cittadini “sacrifici, rinunce e limitazioni” ma “se saremo disposti oggi ad affrontare questi sacrifici, domani riusciremo a evitare interventi più rigorosi e quindi più penalizzanti”.
I principi che muovono oggi l’azione del governo, argomenta Conte, sono sempre gli stessi che hanno consentito di superare la prima ondata, ovvero “massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità”. “L’esperienza di questi mesi – dice – ci ha anche dimostrato che tutelare prioritariamente la salute consente di difendere meglio anche il tessuto produttivo del Paese”. E qui il premier rivendica la bontà delle scelte prese che trovano conferma nei buoni dati economici di quest’anno “più confortanti delle attese”. E proprio la strategia adottata nei mesi passati “ci consente al momento di evitare chiusure generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, di pervenire all’arresto dell’attività produttiva e lavorativa, alla chiusura delle scuole e degli uffici pubblici”.
Ad ogni modo l’Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo quando si era più sprovveduti di mezzi e conoscenze. E se a livello nazionale ci si concentra sulle misure volte a limitare le condotte e i comportamenti più direttamente riconducibili alla sfera delle relazioni sociali e ricreative, a livello regionale, argomenta il premier, bisogna mantenersi pronti a intervenire, per modulare in senso più restrittivo se necessario le misure. E dopo la Lombardia e la Campania, annuncia, “non possiamo escludere ulteriori aggiornamenti”. Scuola e trasporti. Ribadisce la centralità che ha la scuola per il governo: le attività continueranno in presenza. E per potenziare il trasporto scolastico sono stati stanziati 350 milioni di euro aggiuntivi per il 2021 per Regioni e Comuni.
Il governo, dice Conte, non abbandona i settori in difficoltà. La manovra approvata lo testimonia. “Siamo consapevoli che il nemico non è stato ancora sconfitto e circola ancora fra noi. Siamo ancora dentro la pandemia e il costante aumento dei contagi ci impone di tenere l’attenzione altissima”. Il governo da parte sua rimarrà aperto all’interlocuzione con tutti i soggetti: a partire dal Parlamento. E continuerà a dialogare con Regioni ed enti locali. “Dobbiamo gestire con loro questa fase dell’emergenza che richiede – conclude Conte citando le parole del Presidente della Repubblica – il coro sintonico delle nostre istituzioni e delle loro attività” che solo “può condurci a superare queste difficoltà”.
OGGI ALLA CAMERA. “L’Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo, anche se questa si sta rivelando molto critica. Ci manteniamo vigili e flessibili per valutare la curva di questi giorni che rivela sempre costante criticità” ha detto il premier, questa mattina, durante l’informativa alla Camera. “Molte Regioni – ha aggiunto Conte – si sono già attivate per promuovere la procedura per pervenire a misure più restrittive rispetto a quelle contenute nel Dpcm. Ritengo fondamentale, direi decisivo il massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo, secondo un metodo ispirato alla collegialità e alla necessaria condivisione delle scelte, le quali – seppur differenziate per adattarsi al mutevole ed erratico andamento del contagio – devono comunque preservare i caratteri di omogeneità e di coerenza, affinché non si smarrisca la ratio unitaria dell’intervento all’emergenza”.