Legge sulle lobby non più rinviabile. Anac in pressing sul Parlamento. Il testo al vaglio della Commissione Affari costituzionali. Busia avverte: servono trasparenza e norme efficaci

Trasparenza ed efficacia della norma. Sono queste, secondo l’Autorità nazionale anticorruzione, le due chiavi per regolare realmente l’attività delle lobby ed evitare abusi. A specificarlo, audito in commissione affari costituzionali alla Camera, è stato ieri il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia (nella foto). Sono quaranta anni che il Parlamento tenta invano di regolamentare l’attività di lobbying. Dal 2012 è stato inserito nel codice penale anche il reato di traffico di influenze illecite, che punisce l’attività di mediazione illecita, una sfumatura della corruzione, ma a differenza di quello che accade in altri Paesi i rapporti tra politici e lobbisti restano una giungla.

Nel 2011, seppure lasciando facoltativa l’iscrizione, tanto la Commissione Ue quanto l’Europarlamento hanno istituito un registro dei lobbisti. Pratiche comuni da tempo in Francia, negli Usa, in Gran Bretagna e in Germania, ma non in Italia. Con il risultato che dei registri dei lobbisti sono stati approntati solo da alcuni Ministeri, come quello dell’agricoltura, dello sviluppo economico, del lavoro e dell’ambiente, o da alcune Regioni. Un vuoto davanti al quale la Commissione affari costituzionali ha ripreso l’esame di tre proposte di legge presentate dalla deputata Silvia Fregolent, di Italia Viva, Francesco Silvestri, del Movimento 5 Stelle, volte a regolare i rapporti tra lobbisti e parlamentari, e dalla deputata dem Marianna Madia, per istituire appositi registri in ogni Ministero.

L’AUDIZIONE. Guardando anche a quanto accaduto in Europa, il presidente dell’Anac ieri ha precisato che quando si disciplina l’attività dei portatori d’interessi non si tratta di condannare qualcosa di negativo o su cui imporre un controllo, ma viceversa “si guarda alla legittimità delle attività di lobbing e la crescita della partecipazione all’attività democratica. Questo – ha aggiunto – dà l’idea di un decisione che non si isola e che si apre al dialogo”.

Per Busia è necessario stabilire e fissare dei criteri chiari di accesso ai decisori, servono piani di prevenzione alla corruzione, e deve essere mantenuta la necessaria trasparenza. “Tre punti poi sono fondamentali – ha sottolineato – l’accrescimento di informazione del decisore, perché il decisore non decide da solo e ha bisogno di interloquire, la trasparenza e un sano dialogo tra le istituzioni e i portatori di interesse”. Per il numero uno dell’Anticurruzione si può anche rinunciare a disciplinare tutto partendo da qualcosa di dettagliato, ma è fondamentale garantire che la norma sia efficace.

L’ASSIST. Una legge definita dal presidente della commissione affari costituzionali, il pentastellato Giuseppe Brescia, una priorità per il Movimento 5 Stelle insieme a una nuova legge sul conflitto d’interessi. “Dopo il taglio dei parlamentari – ha aggiunto Brescia – non sono solo necessarie le riforme Costituzionali ed elettorali di cui tutti parlano e che alcuni bloccano. Vogliamo anche nuove leggi per una politica più trasparente e meno influenzabile. Sul tema del lobbying – ha proseguito l’esponente del Movimento 5 Stelle – vedo una positiva attenzione comune da parte di tutte le forze di maggioranza visto che in commissione ci sono tre proposte di M5S, Pd e Italia Viva. Serve invece chiarezza sulla nuova legge sul conflitto di interessi. è già nel programma di maggioranza e ora vogliamo impegni certi nel patto di legislatura”.