Il barese Antonio Decaro, presidente dell’Anci, l’associazione nazionale del Comuni, in un Paese normale ieri sarebbe corso a dimettersi. Domenica scorsa, dopo l’annuncio del Dpcm che voleva coinvolgere i sindaci nella gestione dell’emergenza Covid, Decaro aveva gridato allo scandalo, accusando il premier di aver scaricato le sue responsabilità sui municipi e promettendo di non partecipare più con la sua organizzazione – addirittura! – a tavoli di confronto con il Governo.
Dopo i presidenti di Regione con le loro ordinanze fai da te, vedere anche i primi cittadini in rivolta ha costretto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ennesimo appello a non dividere il Paese in un momento tanto delicato come quello in cui ci ha sprofondato la pandemia. Per fortuna, però, che a molti sindaci non importa un tubo di far polemica per qualche passaggio in tv, e hanno continuato a lavorare utilizzando i poteri di cui dispongono da sempre per fare proprio le cose che ha chiesto il Governo, stabilendo ordinanze locali nei casi e nelle zone dove sono maggiori i pericoli di contagio.
Così Roma, Torino, Genova, Milano e molte altre città hanno stabilito limitazioni nelle vie della movida notturna, orari più stringenti per l’apertura dei locali e altri accorgimenti con cui ridurre i rischi per la salute dei loro cittadini. Come fanno ogni giorno con il solo pensiero di aiutare le loro comunità, questi sindaci non si sono accodati al coro di chi urla che qualunque cosa decida il Governo è sempre sbagliata. Spegnendo Decaro e la sua inutile polemica.