Sembra passata un’eternità da quando Attilio Fontana dichiarava che “la nostra situazione è migliore che in altre regioni, ma i numeri sono in crescita” e quindi si appellava ai cittadini deciso a non imporre ulteriori restrizioni. Eppure questa dichiarazione affidata ad un lungo post su Facebook risale al 9 ottobre, ossia una settimana fa, e alla luce dei disastrosi dati della pandemia in Lombardia, che ieri ha segnato 2086 nuovi positivi e 26 morti, è stata ritrattata tanto che ora il governatore ammette che si ragiona su eventuali “misure restrittive” da mettere in campo.
Intendiamoci anche all’epoca del post gli esperti avevano puntato i radar sulla Lombardia che nel bollettino quotidiano si alternava con la Campania al primo posto come numero di contagi. Ma Fontana sembrava ottimista in quanto, si legge nel post, “contrariamente a quanto accadeva nel periodo di picco dell’espansione del virus, a un sempre maggiore numero di positivi, fortunatamente non assistiamo a una crescita esponenziale dei ricoveri e delle terapie intensive”. Nulla di più sbagliato come emerge dalla curva dei contagi che – in realtà da tempo – schizza verso l’alto con un dato che non può più essere taciuto tanto che il governatore ha ribadito che “in Lombardia non si sta ragionando su un’ipotesi di lockdown regionale o locale” perché “non siamo ancora arrivati a quel punto” anche se ammette che “stiamo monitorando la situazione e valuteremo se sarà necessario prendere qualche misura o se basterà essere rigorosamente rispettosi di quanto è già stato disposto”.
Insomma un dietrofront segno di grande confusione. Del resto che le cose siano ben più gravi di come sostenga il governatore leghista appare chiaro non solo dai numeri ma anche dalla decisione shock, segno che le cose stanno letteralmente precipitando, degli ospedali Fatebenefratelli e Sacco di Milano che hanno deciso che al pronto soccorso saranno accettati esclusivamente pazienti covid-19. Ma c’è di più. A sbattere la realtà in faccia al governatore ci ha pensato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che, al termine di un vertice in prefettura, ha detto che “ad oggi non prevediamo interventi radicali, ma bisogna prendere decisioni in fretta” perché “preoccupa la situazione negli ospedali, oggi ci sono 72 persone in terapia intensiva” e soprattutto “l’indice Rt che ha superato il 2” nella città meneghina.