Dopo i no del premier e della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina alla didattica a distanza (dad)arriva anche lo stop della numero uno alle Infrastrutture e trasporti: “Leggo articoli di giornale che mi attribuiscono una posizione favorevole alla dad per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici. Nulla di più lontano dalla realtà. La scuola in presenza va favorita con ogni mezzo”, dichiara Paola De Micheli. Ma la situazione dei trasporti pubblici rimane critica, come ha riconosciuto Giuseppe Conte. E ieri la ministra dem ha incontrato le associazioni rappresentative delle aziende del Tpl (trasporto pubblico locale), i rappresentanti della conferenza delle Regioni e di Anci e di Upi.
Disponibilità da parte del Mit e del ministero dell’Istruzione a tavoli operativi – regionali e provinciali – e di coordinamento per affrontare le situazioni di maggiore criticità e conferma della soglia della capienza sui mezzi pubblici all’80% sono state le principali conclusioni del confronto. Le associazioni del Tpl hanno presentato i risultati del monitoraggio nell’ultimo periodo, secondo il quale l’utilizzo del mezzo pubblico da parte degli studenti si è attestato in media a livelli inferiori all’80% del riempimento, registrando un valore di circa il 55,60% della capienza consentita. Le criticità riscontrate, si legge nella nota del Mit, sono limitate al contesto di alcune delle città metropolitane nelle ore di punta del servizio, in particolare in corrispondenza dell’uscita delle scuole.
Ma gli uffici scolastici del ministero dell’Istruzione sono a disposizione per comunicare gli scaglionamenti di ingresso e uscita già adottati e coordinarsi di conseguenza con il sistema del Tpl. La percentuale per la capienza massima sui mezzi dell’80% viene confermata anche negli allegati al Dpcm ma, hanno fatto notare dal Cts, in molti casi si è già tradotta nel 100%. Da qui la richiesta degli scienziati di tornare a un’occupazione del 50%. Una percentuale, però, che, secondo l’Associazione delle aziende del Tpl (Asstra), lascerebbe a piedi circa 275mila persone al giorno. Alla Camera, nel corso del question time, De Micheli – già prima del tavolo – aveva difeso il tetto dell’80%: “Tale autorizzazione è stata oggetto di un lungo approfondimento anche scientifico e poggia su solide basi anche rispetto ai tempi di percorrenza degli utenti sul Tpl”.
Una soglia che, secondo la ministra, sarebbe stata finora rispettata: “Attualmente rispetto a 16 milioni di viaggi effettuati giornalmente durante il periodo pre-Covid, il monitoraggio eseguito, nello scorso mese di settembre a seguito della riapertura delle scuole, ha rilevato che l’utilizzo dei mezzi di trasporto si attesta intorno al -50% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019 e che generalmente viene rispettata, anche durante le ore di punta mattutine e pomeridiane, la percentuale di riempimento dell’80% che consente di soddisfare l’intera domanda di trasporto”.
Assicura nuove risorse la ministra: “Nella prossima legge di bilancio, oltre a ripristinare la dotazione” del fondo per il sostegno del Tpl, “si provvederà a stanziare ulteriori risorse per il sostegno del settore del trasporto pubblico locale, verificando la possibilità di incrementare l’offerta del servizio anche attraverso il coinvolgimento di operatori del settore del trasporto di persone non soggetti ad obbligo di servizio pubblico”. Il Cts ha suggerito diverse misure per alleggerire la pressione sui mezzi pubblici: controlli su bus e metropolitane, orari di ingresso e uscita scaglionati per uffici e scuole superiori, apertura delle Ztl, ulteriore potenziamento dello smart working. Al Mit si è discusso sulla possibilità di un ulteriore scaglionamento degli ingressi e delle uscite degli studenti ma per i presidi dilazionare ulteriormente entrate e uscite “è impossibile”.