Il Covid non ferma la maggioranza: le assenze provocate dal virus tra i senatori giallorossi non incidono sull’approvazione dello scostamento di bilancio e della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Nel primo caso, il governo supera in Aula a Palazzo Madama lo scoglio della maggioranza assoluta, pari a 161 sì, e alla fine i favorevoli sono stati 165 grazie anche ai voti dei due senatori a vita Mario Monti e Elena Cattaneo e a di quelli di cinque ex esponenti del M5s e di due ex azzurri, Sandra Lonardo e Raffaele Fantetti, più l’indipendente Sandro Ruotolo.
Alla Camera la soglia della maggioranza assoluta (pari a 316) viene superata per 9 voti: i sì finali sono stati 325 (inizialmente 324, ma non era stato conteggiato il voto favorevole del Pd Nicola Pellicani, poi aggiunto). Il centrodestra, come preannunciato, si è astenuto sullo scostamento di bilancio nei due rami del Parlamento, votando invece contro alla Nadef. “Precettati” ministri e componenti del governo, tutti richiamati in Aula, l’esecutivo tira dunque un sospiro di sollievo, dopo giorni trascorsi a consultare il pallottoliere per valutare di ora in ora la situazione delle quarantene e dei positivi al Covid, impossibilitati a partecipare ai lavori. Analogamente è stata approvata la Nadef, che richiedeva però la maggioranza semplice (quella rappresentata dai presenti). Qui la maggioranza ha raccolto 164 voti (120 contrari e 3 astenuti).
Sia lo scostamento di bilancio che la Nadef sono due tasselli della cornice della manovra: il primo ha alla base l’autorizzazione al governo per un’ulteriore scostamento da 24 miliardi di euro nel 2021 con cui finanziare, in deficit, parte della prossima manovra; la seconda prevede gli impegni per il Governo in vista della prossima legge di Bilancio. Grande soddisfazione, fra le file della maggioranza al termine delle votazioni, dopo le fibrillazioni dei giorni scorsi a causa delle possibili assenze, tant’è che la questione delle defezioni per coronavirus sarà affrontata oggi dalla Giunta per il regolamento della Camera, con la crescente richiesta di introdurre il voto a distanza almeno per i parlamentari in quarantena. (ipotesi su cui si è registrata l’apertura del governo).
Non nasconde la soddisfazione il premier Giuseppe Conte, atteso ora a superare altre due prove: l’accordo in Ue sul Recovery e la manovra (anche ieri sera ha tenuto a tal proposito una riunione con capi delegazione e ministri economici): “Grande prova della tenuta della maggioranza”, ha osservato subito dopo il voto del Senato. “Abbiamo superato il quorum minimo richiesto – spiega Conte – al Senato c’era una situazione più delicata anche per qualche parlamentare non arruolato, per così dire, per la pandemia. Esulta per il risultato raggiunto anche il ministro per i Rapporti col Parlamento, il pentastellato Federico D’Incà (nella foto): “Abbiamo fatto bene i conti sulla maggioranza, anche se avevamo persone assenti. È una giornata da cui il governo esce rafforzato con una solida maggioranza in Parlamento quindi siamo molto soddisfatti’’.
E ancora: “Questo è un voto secco per cui o si hanno i numeri o non si hanno. Se ci si astenga o si voti contro di fatto è un voto che impedisce di poter dare stabilità al nostro paese. Il lavoro con opposizioni c’è sempre e c’è sempre un ascolto. Dispiace che le opposizioni non abbiano fatto una scelta responsabile sullo scostamento. Ascolteremo ancora di più le indicazioni dell’opposizione ma se faccio un esame di coscienza c’è stato e c’è massimo ascolto e confronto’’, ha poi aggiunto.