Se c’è uno strumento utilizzato costantemente dai parlamentari è quello delle interrogazioni. I cosiddetti atti di sindacato ispettivo. Con cui viene chiesto conto al Governo di crisi internazionali come della buca nel più sperduto dei paesi. Strumenti diffusissimi quanto però troppo spesso tristemente inutili. Non si contano infatti le interrogazioni a cui viene data risposta con enorme ritardo o che addirittura finisce la legislatura senza che siano state degnate di un minimo di considerazione. A cercare di invertire rotta a un sistema che fa oggettivamente acqua da tutte le parti è ora la deputata azzurra siciliana Giusi Bartolozzi, che ha presentato al presidente della Camera, Roberto Fico, una proposta di modifica al regolamento nella parte che disciplina appunto le interrogazioni a risposta scritta. L’esponente di FI ha proposto che il Governo venga obbligato a rispondere in forma scritta entro un termine massimo di trenta giorni e che, in caso contrario, l’interrogazione venga posta al primo punto dell’ordine del giorno della prima seduta dell’Assemblea nella quale sia previsto lo svolgimento di interrogazioni. In tal modo o l’Esecutivo interviene o rischia figuracce colossali.
23/11/2024
19:06
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