Dopo aver tergiversato e negato di essere interessato alla sfida, ora il leader di Azione Carlo Calenda un pensierino sul Campidoglio lo sta facendo seriamente: “La verità è semplice – spiega su Twitter – non ci sono candidati di peso per Roma. Roma è letteralmente a pezzi. Solo la Raggi è in campo. Questa situazione obbliga chi la può cambiare, almeno a una riflessione e un approfondimento. Si innervosiscono. Partono bordate difensive. Roba piccola”.
Intenti chiari e frecciate pure: il riferimento è alla posizione “dubbiosa” – per usare un ufemismo – del vice segretario dem Andrea Orlando: “Non credo che si debba seguire per forza la strada delle primarie, non sono la panacea” a cui il nostro risponde per le rime (con tanto di espressione gergale romanesca: “Ma come?! Ma queste primarie non erano fondamentali? Ao’ Pd”. Una convergenza fra i due però è indubbiamente rappresentata dalla posizione dell’ex Guardasigilli sull’eventuale appoggio del Pd, in nome dell’alleanza con M5S, ad un bis di Virginia Raggi.
“E’ un’esperienza da superare dopo 5 anni di inefficienza”, ha ribadito anche ieri Orlando. E su questo non vi è dubbio alcuno che Calenda concordi. Intanto il segretario del Pd romano, Andrea Casu, ha convocato per mercoledì prossimo un primo tavolo per individuare possibili profili, al quale saranno presenti il Pd e tutte le forze politiche di centrosinistra, compresa Azione e Italia Viva, che sul nome di Calenda ha già mostrato il proprio apprezzamento.