Gli ex senatori ai quali erano stati tagliati i vitalizi potrebbero riaverli tutti indietro, e con gli arretrati. Con il deposito delle motivazioni, infatti, il 5 ottobre è diventata esecutiva la sentenza di giugno che ha annullato il taglio del 60% dell’ottobre 2018. Tutto come prima, dunque? Molto probabilmente sì, anche se non è detta l’ultima parola: Palazzo Madama, infatti, potrebbe fare ricorso e chiedere nell’immediato una sospensiva (leggi articolo). In quel caso gli onorevoli ricorrenti dovranno aspettare la fine dell’iter giudiziario prima di capire se potranno effettivamente rimettere le mani sul loro gruzzoletto.
L’ONOREVOLE LISTA. Ma a proposito di gruzzoletto: quanto torneranno a prendere gli ex senatori se la sentenza dovesse essere confermata nei successivi gradi di giudizio interni al Senato? I nomi e le cifre, manco a dirlo, sono piuttosto succolenti. Sicuramente il ripristino del vitalizio potrebbe non dispiacere alle tasche dell’ex senatrice e ministro col governo Berlusconi, Adriana Poli, che oggi percepisce, grazie al taglio ai vitalizi, 7.688 euro lordi al mese. Ebbene: se dovesse tornare il vecchio sistema previdenziale, la Poli tornerà a prendere 9.885 euro. Duemila euro in più che non fanno mai male.
A festeggiare, e alla grande, sarà anche Giorgio Postal che, addirittura, è andato incontro a un taglio di circa 4mila euro: l’ex senatore e più volte sottosegretario, passerebbe infatti dagli attuali 5.211 euro mensili lordi ai “vecchi” 9.636 euro. La lista, ovviamente, è lunga. E i nomi sono tanti e illustri. Tra chi ha subito pesanti decurtazioni, ad esempio, ci sono anche Edo Ronchi e Francesco Rutelli: il primo tornerebbe anche lui a percepire 9.636 rispetto ai 6.913 attuali; il secondo passerebbe da 7.801 euro lordi a 9.512. Interessante anche il caso di Francesco Storace che potrebbe tornare ai “suoi” 6.540 euro lordi rispetto agli attuali 4.360. E così, ancora, Riccardo Villari (da 3.541 a 6.217 euro), Maurizio Sacconi (da 6.392 a 9.885) Carlo Vizzini (da 7.903 a 10.631), Antonio Azzollini (da 5.505 a 8.082), Goffredo Bettini (da 3.964 a 6.590), Filippo Cavazzuti (da 4.341 a 8.455).
Insomma, ci sono casi anche di interessanti “raddoppi”. E anche casi in cui si va pure oltre. Come con Salvatore Crocetta, il quale tornerà a percepire 6.590 euro rispetto ai 2.890 euro rimodulati dalla delibera del taglio ai vitalizi. Non male neanche Alessandra Mussolini: tornerà ad intascare la bellezza di 9.014 euro rispetto agli attuali 5.238 euro. C’è da dire, però, che ci sono ex parlamentari che guarderanno la querelle del taglio ai vitalizi in maniera assolutamente ininfluente. C’è una fetta di ex senatori il cui assegno d’oro non è stato minimamente toccato.
In altre parole: a prescindere dalla decisione del Senato e, nella fattispecie della Commissione Contenziosa, continueranno a percepire esattamente quanto già percepivano. È il caso, tra gli altri, dell’ex senatore ed ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli: il suo vitalizio rimarrà di 9.512 euro lordi mensili. Esattamente come nel caso di Franco Bassanini, il quale addirittura arriva a 10.631 euro. Stessa identica cifra (e mai scalfita) per Francesco Colucci, Nicola Mancino, Giuseppe Pisanu, Clemente Mastella, tra gli altri. Non subiranno tagli neanche Anna Finocchiaro (10.009 euro), Lamberto Dini (6.590 euro) e Marcello Pera (6.963).