Ma che succede alla Rai? A meno di un anno dalla scadenza dell’attuale vertice insediato dall’ormai ex maggioranza gialloverde e il piano industriale dell’Ad Fabrizio Salini (nella foto) ancora al palo (la partenza è stata procrastinata a gennaio 2021) ripartono le grandi manovre all’ombra di Viale Mazzini. Per riferire sull’allarmante stato delle casse della Rai, lanciato sempre in Vigilanza dallo stesso Ad Salini l’estate scorsa, e sugli effetti che potrebbero derivarne. A partire dalle ipotesi di tagli alle edizioni dei telegiornali, la Commissione di Vigilanza ha deciso di convocare il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in veste di azionista di maggioranza della Tv di Stato.
La partita dei conti della Tv pubblica si incrocia a doppio taglio con quella, tutta politica, del destino dello stesso vertice di Viale Mazzini. Anche per effetto dei risultati delle ultime amministrative che hanno risvegliato le pretese del Pd in una Rai ancora ferma all’era gialloverde in cui la Lega vanta ancora un presidio del tutto sproporzionato – dal presidente Marcello Foa in giù – rispetto all’attuale assetto parlamentare.
Senza considerare i deludenti risultati degli ascolti. Con la rete ammiraglia in sofferenza sulle 24 ore di programmazione a vantaggio di Mediaset, Rai 2 che ha infilato un mortifero 1,9% di share nella nuova trasmissione di approfondimento serale e Rai 3 che arranca faticosamente. Il tutto mentre circolano ipotesi di proroga dell’attuale vertice non solo per dare tempo al nuovo piano industriale di fare il suo corso ma anche alla luce del varo della nuova riforma della governance Rai entrata nel calendario delle priorità del Parlamento.
“Importante e utile la decisione assunta dalla presidenza della commissione di Vigilanza Rai di audire il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – ha dichiarato la capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai Valeria Fedeli – per un confronto sulla situazione dell’azienda, criticità, opportunità, prospettive. Nel contesto attuale, di fronte alla sfida della tenuta sanitaria, economica, sociale del Paese alle prese con l’emergenza Covid, la Rai, che è la più grande azienda culturale italiana, deve assumere un ruolo da protagonista sia nell’informazione, che nell’approfondimento, che nell’intrattenimento nell’accompagnare il Paese in questo complicato passaggio e verso le necessarie trasformazioni per agganciare la ripartenza. Serve quindi ragionare su come le istituzioni possono e devono sostenere il cambiamento necessario anche alla Rai, dalla valorizzazione del personale interno e delle competenze femminili, all’investimento nel digitale e in nuovi contenuti, per essere all’altezza di questo compito”.