di Gaetano Pedullà
Forse lo chiama, forse no, forse lo espelle dall’Italia… cosa farà il nostro ministro degli esteri Emma Bonino con l’ambasciatore kazako autoproclamatosi capo del Viminale lo vedremo tra breve. Ma a parte le responsabilità ancora tutte da delineare, la vicenda della moglie del dissidente Ablyazov prelevata a Roma dalla polizia italiana impiegata per conto del regime di Astana ci pone un grande interrogativo: l’Italia è ancora un Paese sovrano? Troppi segnali ci dicono no. A partire dalla moneta, simbolo aulico di ogni popolo senza padrone. L’Euro, di cui siamo ispiratori e cofondatori è gestito da Francoforte dove proprio un italiano, Mario Draghi, in cima alla Banca centrale europea, è l’esecutore tutto sommato disciplinato di un rigore monetario imposto da Berlino. Pensiamo allora ai sacri confini. Bene, in Italia abbiamo più di cento tra basi Nato e americane, dove di fatto i militari ospiti spadroneggiano e la fanno da padroni. Guai a far osservare che il territorio è italiano e le leggi a cui sottostare sono le nostre, anche nel caso dei rapporti contrattuali di lavoro con il personale locale. Non parliamo poi delle armi che ospitano (coperti dal segreto militare possono circolare a nostra insaputa decine di ordigni nucleari) e delle violazioni del diritto internazionale. In molti ancora oggi affermano che la vera fine di Craxi è scritta l’11 ottobre 1985, quando fece circondare dai carabinieri l’aereo con a bordo Abu Abbas, l’assassino del turista Leon Klinghoffer ucciso a bordo dell’Achille Lauro. Aereo costretto dai caccia Usa ad atterrare nella base di Sigonella, come se tale base e i nostri cieli fossero americani. Dall’Italia all’estero, gli schiaffi al nostro paese sono decine: dai Marò ostaggio in India al terrorista Cesare Battisti libero in Brasile, dalle decine di italiani lasciati a marcire e morire senza diritti nei carceri di molti Stati (dalla Francia alla Tailandia, agli Stati Uniti), agli accordi commerciali disattesi dall’Africa all’Asia. Se questo è un Paese sovrano…