Come era prevedibile si è aperto nel Centrodestra un redde rationem dopo la chiusura degli scrutini e il mancato 7 a zero promesso da Salvini. Giovanni Toti, ringalluzzito come non mai dalla vittoria in Liguria dice chiaramente che il segretario della Lega “è incapace di gestire la coalizione”. E lancia già un ultimatum: “Si tolga la maglia della Lega e lanci la Costituente del Centrodestra”. Immediata la contraerea del fedelissimo del “Capitano”, Edoardo Rixi, che rimprovera il governatore: “Senza Salvini non sarebbe dov’è”. Insomma volano gli stracci. Per arginare i guai almeno in casa propria Salvini annuncia a Porta a Porta che la Lega avrà una segreteria politica. Dopo anni di dominio incontrastato del partito è una concessione non da poco, anche se resta da vedere chi farà parte di questo organismo, che potrebbe rivelarsi solo un club per amici del segretario.
REDDE RATIONEM. Naturalmente con la mancata spallata in Toscana e Puglia la situazione si è complicata subito per il leader leghista a cui non è bastata la vittoria nelle Marche, ottenuta però da un uomo di Fratelli d’Italia. Del resto Toti sono anni che provava a fare fuori Berlusconi e non gli pare vero ora di avere la possibilità di dare fastidio e posizionarsi meglio. Ma se Toti, obiettivamente, non conta molto nonostante la riconferma, il problema per l’ex ministro dell’Interno è invece Giorgia Meloni e, nel suo partito, il governatore del Veneto Luca Zaia che ha pienamente rispettato i pronostici producendosi in una eccezionale performance elettorale.
La Meloni, dal canto suo, ha vinto nelle Marche espugnando una delle regioni storicamente rosse, un risultato indubbiamente importante che ridimensiona lo spazio politico di Salvini che pensava di essersi liberato di Berlusconi e di avere campo libero. Tra parentesi, un’altra bastonata è arrivata da Renato Brunetta che ha dichiarato: “Salvini non è il leader, serve una Costituente” in consonanza con Toti. Ma Salvini non ci sta a passare per capro espiatorio di tutta la coalizione e passa al contrattacco dichiarando: “Alcuni candidati sbagliati” prendendosela naturalmente che Stefano Caldoro (Forza Italia) e Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia), che hanno grandemente deluso al Sud.
Questa contestazione tardiva di Salvini sa però di livida rivalsa: infatti, se non era d’accordo, se non riteneva questi candidati del Centrodestra in grado di sfidare il duo De Luca-Fitto, perché, pur avendo sollevato più di qualche riserva, alla fine ne ha accettato la candidatura? Che il leghista giochi in difesa lo si vede poi dalle dichiarazioni sulla vittoria di Zaia in cui non ha mancato di fare notare che gli elettori della Lega sono gli elettori di Zaia, ma si scorda di fare riferimento al clamoroso successo della lista del governatore che mette in chiara difficoltà la sua leadership interna. Che Zaia sia il più temibile concorrente di Salvini si sapeva già da prima e questo per la sua gestione priva di sbavature dell’emergenza virus che ha fatto del Veneto una regione modello di contenimento e iniziativa.
Del resto è lo stesso motivo per cui De Luca ha vinto nettamente in Campania. Ma quale sarà il futuro del centro – destra alla luce di quanto accaduto? Abbiamo parlato dei due successi di Zaia e Meloni, ma il punto è che la leader di Fratelli d’Italia è una politica molto abile -è stata lodata, unica italiana, anche dal giornale laburista inglese The Guardian, e ha ben presente l’alleanza con Salvini che le è sì indispensabile, ma nei cui confronti potrebbe rafforzarsi ulteriormente aprendo ad un dialogo con Zaia, unico credibile contendente intero alla leadership leghista. Sullo sfondo una Forza Italia stabile, ma ridimensionata, che svolge la sua funzione in senso liberale delle spinte troppo estreme. In conclusione Salvini è uscito male da queste amministrative e farà bene a guardarsi le spalle.