“Abbiamo chiesto agli italiani di non mancare a un appuntamento con la Storia del nostro Paese. E gli italiani, non solo si sono fidati di noi, ma hanno espresso chiaramente la volontà di cambiare”. Non usa mezzi termini Vittoria Baldino, deputata del MoVimento Cinque Stelle e capogruppo in commissione Affari Costituzionali a Montecitorio. La sua soddisfazione per il voto espresso domenica e lunedì scorsi sul taglio al numero dei parlamentari è palese. “Siamo l’unica forza politica che ci ha creduto fino in fondo”, aggiunge la pentastellata intervista da La Notizia.
Sette italiani su dieci vi hanno dato ascolto sul taglio dei parlamentari. Un risultato storico, non c’è che dire…
È un risultato che senza di noi non ci sarebbe mai stato. Alla fine, è vero, tutte le forze politiche sono state costrette a votare questa riforma ma la nostra determinazione è stata premiata da un voto convinto anche dei cittadini. Evidentemente siamo riusciti a intercettare il comune sentire dei cittadini su questo tema.
È una battaglia storica del Movimento, quella del taglio ai parlamentari. La realizzazione di un sogno?
Il sogno è aver portato a casa una riforma e che questa sia stata condivisa da due italiani su tre. Quando una battaglia è giusta i cittadini non guardano il colore politico. Questo non era un voto a favore o contro il MoVimento 5 Stelle.
Che voto era?
Era un voto per cambiare un pezzetto della nostra Costituzione. Mi sembra che sia stato condiviso anche il metodo.
Cosa si prova ad essere riusciti laddove tutti, nei fatti, hanno sempre fallito finora?
La prima cosa che mi viene a mente è che probabilmente tutti quelli che ci hanno preceduto non hanno avuto la stessa nostra determinazione, la stessa nostra voglia di portare avanti questa battaglia. E probabilmente non avevano neanche grande intenzione di farlo.
Voi, invece?
Noi siamo stati bravi ad andare fino in fondo e aver convinto tutte le forze politiche a votare questa riforma di civiltà. Poi vanno ringraziati i cittadini che non si sono fatti convincere da una campagna per il No portata avanti, anche con grandi mezzi, da tv e giornali.
Quali sono ora le prossime battaglie “capitali” che volete portare avanti?
Sento parlare di cantieri e di grande stagione di riforme. A me va bene, ma senza accelerazioni forzate. Le riforme devono essere mirate. Che non si pensi di stravolgere la Costituzione: i cittadini questo metodo lo hanno già bocciato più volte e con il voto in questo referendum hanno lanciato un altro messaggio chiaro: modifichiamo una cosa alla volta. La ricordate la riforma Renzi o addirittura la riforma Berlusconi?
Certo.
Ecco: volevano distruggere in un colpo solo la Costituzione più bella del mondo. La Carta può e deve essere ammodernata, ma con operazioni chirurgiche come questa, ad esempio sulla diminuzione dell’età per l’elettorato attivo al Senato. Mi sembra che siamo tutti d’accordo per abbassarla a 18 anni. Poi si può e si deve agire su altre cose. A cominciare dalla legge elettorale che torneremo a esaminare in commissione nei prossimi giorni e i regolamenti parlamentari che hanno urgente bisogno di essere scritti con le regole del ventunesimo secolo e non del secolo scorso. E poi dobbiamo cominciare a ragionare sul taglio dei costi della politica, a cominciare dagli stipendi dei parlamentari.
Ultima domanda.
Prego.
Cosa si sente da dire a chi, anche a quanto pare all’interno della maggioranza, ha fatto campagna per il No col solo intento di affossare il Movimento cinque stelle?
Che la carta Costituzionale resta, e resiste da 75 anni, e loro passano. Noi abbiamo fatto di tutto per far capire agli italiani che questo non era un voto a favore o contro di noi, e credo che ci siamo riusciti. Il Sì ha più che doppiato i No nel risultato finale. Noi siamo stati l’unica forza politica compatta e abbiamo dedicato a questo risultato tutte le nostre energie. Perché quando le battaglie sono giuste bisogna portarle avanti fino in fondo. Oggi sono fiera di aver contribuito, nel mio piccolo, a migliorare il nostro Paese.