Il M5S si giocava tutto sul referendum chiamato a confermare il taglio del numero dei parlamentari e ha trionfato col sì vicino al 70%. Il Pd puntava tutto su Puglia e Toscana e ha vinto. Il miracolo sognato dal Capitan Salvini non si è avverato e la regione rossa per eccellenza è rimasta saldamente nelle mani del centrosinistra. Sconfitta anche Giorgia Meloni in Puglia che ha voluto a tutti costi che fosse Raffaele Fitto a contendere lo scettro a Michele Emiliano. E tanto il sì al referendum quanto un Pd e un M5S più forti sono una spinta al governo per arrivare a fine legislatura.
“Diverse forze non meglio identificate e dai valori totalmente opposti si sono unite sotto il vessillo del no con il solo scopo di colpire il governo e, è inutile nasconderlo, colpire anche il sottoscritto”, ha commentato infatti colui che più di tutti si è fatto carico della battaglia per la sforbiciata dei parlamentari, ovvero il ministro degli Esteri ed ex capo politico dei grillini Luigi Di Maio. Soprattutto sono stati sconfitti i profeti di sventura che sostenevano un calo alle urne per via della pandemia. L’emergenza coronavirus non ha fermato l’affluenza nel primo election day dell’era Covid. Oltre la metà degli italiani, esattamente il 53,84%, si è recata alle urne per il referendum (il dato non comprende gli italiani all’estero).
L’affluenza per le Regionali in Campania, Liguria, Puglia e Veneto è stata del 57,21%. Alle precedenti consultazioni si era fermata al 53,15%. In Valle d’Aosta ha votato il 70,51% degli aventi diritto. Nelle Marche il 59,74%, mentre in Toscana ha votato il 62,6%. Anche qui siamo di fronte a percentuali di affluenza in crescita rispetto alle precedenti elezioni. Nelle comunali delle regioni a statuto ordinario ha votato il 66,19%. Palazzo Chigi ha parlato di “forte attaccamento alla democrazia” manifestato dagli italiani. “Sono state elezioni particolarmente complesse ma la macchina dello Stato ha fatto fronte a tutte le difficoltà”, ha commentato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Gli italiani hanno avuto due giorni per votare: domenica 20 e lunedì 21.
In ballo il referendum costituzionale, le suppletive del Senato, le regionali e le comunali. Sette le regioni interessate: Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. E 957 comuni italiani, di cui 608 nelle regioni a statuto ordinario e 349 nelle regioni a statuto speciale. Il voto per le amministrative coinvolgeva i cittadini in tre capoluoghi di regione (Aosta, Trento e Venezia) e quindici di provincia (Mantova, Lecco, Bolzano, Arezzo, Macerata, Fermo, Chieti, Andria, Trani, Matera, Crotone, Reggio di Calabria, Agrigento, Enna e Nuoro). Gli scrutini delle amministrative cominceranno alle 9 di oggi.
“Quello raggiunto è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il M5S tutto questo non sarebbe mai successo”, commenta il sì al referendum Di Maio. Ma, precisa il ministro, “quello di oggi è un punto di inizio non un punto di arrivo”. Con il risultato di questa consultazione “il popolo italiano ci incoraggia ad andare avanti anche sul taglio degli stipendi dei parlamentari ma c’è anche il tema dei vitalizi, con il tentativo di alcuni di riprendersi quello che avevamo tagliato”.
E ancora: “Da oggi si riapre un percorso di rinnovamento e rinascita che ci vedrà uniti: in questa cornice il prossimo step dovrà essere l’approvazione di una legge elettorale proporzionale”. Soddisfazione anche da parte del numero uno del Pd Nicola Zingaretti che si è schierato senza riserve per il sì e ora auspica un percorso di riforme: “Con la vittoria del Sì si apre ora una stagione di riforme: lo vogliamo e con gli alleati faremo di tutto perché vada avanti spedita”. E, da oggi, il tempo non manca.