di Ludovica Del Brì
Si dice che un’eccezione confermi la regola. Ma sui pensionati Rai, usciti dalla porta e rientrati dalla finestra, il direttore generale di viale Mazzini Luigi Gubitosi di eccezioni sembra farne parecchie, al di là delle ripetute dichiarazioni pubbliche sulla necessità di svecchiare il parco collaboratori. È di questi giorni la notizia che sarà Emilio Ravel, ottanta anni suonati e un fortunato passato da autore di programmi di successo, a realizzare per Raiuno lo speciale sul Prix Italia, alla fine di settembre, insieme a Caterina Stagno, amica personale di Gubitosi. Ravel è un nome d’arte, sta per Raveggi come Giampiero, il fratello minore, già capo struttura Rai e ora interlocutore di viale Mazzini come consulente Endemol per la trasmissione Affari tuoi. E che dire di Luciano Onder, altro pensionato Rai, ancora saldamente al timone di Tg2Medicina 33, considerato un vero boss del settore, dopo oltre trenta anni di dominio incontrastato? Per non parlare di Claudio Donat Cattin, che ha mantenuto il suo ruolo a Porta a porta, nonostante i raggiunti limiti di età con un bel contratto d’autore. A pensarci bene il diktat di Gubitosi dovrebbe valere anche per pezzi da novanta come Bruno Vespa o Piero Angela ma tant’è. La vittima più illustre resta per ora Giovanni Minoli, tagliato fuori dalla Rai tra polemiche durissime. Estromesso in nome di un principio legittimo? O cacciato per altri motivi più o meno noti? Come diceva Andreotti: “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.
Rai contro Sky
Incalzata dal membro della Vigilanza Marazziti, il presidente della Rai Tarantola ha confermato che d’accordo con il dg Gubitosi la Rai chiederà all’ufficio legale di trovare un modo per chiedere un recupero finanziario per la trasmissione dei programmi Rai con l’uso della chiavetta digitale che vengono poi a loro volta registrati con il MySkyHd. In pratica la Rai chiederà un risarcimento a Sky dopo che non fu rinnovato il contratto di 57 milioni l’anno, per ben 7 anni.