Negazionista per natura. L’involuzione della destra italiana, da storica area culturale e politica alla compagnia di avanspettacolo del trio Salvini, Meloni e Covid Berlusconi ha aggiunto un nuovo carattere biologico ai suoi sostenitori, diventati bastian contrario a prescindere.
La pandemia è pericolosa? Ma no, muore poca gente e le mascherine non servono a niente.
Con tutti i problemi che ci ha portato il virus, la scuola è partita meglio dell’anno scorso? Neppure per sogno, l’ha detto il presidente della Liguria Toti pubblicando una foto di bambini costretti a disegnare per terra.
Il preside dell’istituto ha spiegato chiaramente che in quella foto i piccoli giocavano ed è stata vergognosamente strumentalizzata? Non fa niente, tanto i Belpietro, i Senaldi e i Porro di turno sono così occupati nell’insultare il Governo da non avere tempo per leggere che cacchio dice un preside, e perciò resta buona la bufala del governatore ligure.
E ancora: la Lega è nel mirino dei magistrati che ne hanno arrestato tre commercialisti vicinissimi e indagato altre sei persone, portando alla luce giri di soldi in mezzo mondo? Va da sé che queste sono pinzillacchere. E poi se a scriverne sono Pedullà o Travaglio non c’è da fidarsi, perché Sallusti e Capezzone sì che sono veri giornalisti senza padroni e padrini politici, sicurissimamente più credibili di chi non ha mai fatto il parlamentare ed è persino editore del proprio giornale.
Ma è sul taglio dei parlamentari che questa specie di destra 2.0 riesce a superare se stessa, negando la qualunque: di aver votato per quattro volte la riduzione dei seggi, di aver strombazzato questa riforma come una sua battaglia, di aver confermato il Sì sino all’altro ieri, prima di ricordarsi che le poltrone non le dispiacciono affatto, e dunque i leader non hanno più tempo per fare comizi sul referendum, e senza neppure metterci la faccia stanno invitando a votare No.
Così è ridotta questa destra che si candida a governare altre sette Regioni e il Paese. Una destra talmente incapace di ammettere ogni evidenza da essere costretta, per vincere, a illudere i suoi elettori, annegandoli in un mondo virtuale di bufale.