Un dramma si può trasformare per l’Italia in un’occasione unica. Dopo le mille difficoltà a cui il sistema sanitario nazionale ha dovuto far fronte appena esplosa la pandemia, con il Recovery Fund è ora possibile riformare una volta per tutte la tanto disastrata sanità italiana, che per troppo tempo ha subito tagli ed ha tirato avanti con pezze messe qua e là, senza mai poter beneficiare di un vero piano di investimenti pensato per ristrutturare l’intero sistema e farlo con progetti di lungo periodo. Lo ha assicurato il ministro della salute, Roberto Speranza, in audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera.
Il piano di investimenti sul Recovery fund del Governo si basa su 5 assi, 3 verticali e 2 trasversali, e li ha illustrati ieri il ministro della salute, facendo il punto sulle priorità nell’utilizzo del prezioso strumento. Speranza ha spiegato che i tre assi verticali sono territorio e sanità di prossimità, ospedali in rete e salute e ambiente, mentre i due trasversali sono conoscenza per la salute e innovazione digitale per il servizio sanitario nazionale. La parola chiave del piano di investimenti? Prossimità. Ovvero un servizio sanitario nazionale che il ministro ha definito “prossimo, vicino, nell’immediatezza delle esigenze del cittadino”.
Il Recovery Fund potrebbe consentire di avere finalmente una sanità all’altezza di un Paese come l’Italia, riducendo le storiche diseguaglianze tra Nord e Sud e, abbandonata la politica dei tagli indiscriminati, tornando a investire realmente sulla salute dei cittadini. Il termine finale di presentazione del Piano organico per il Recovery Fund alla Commissione europea è fissato per l’inizio di gennaio e Speranza ha precisato che il 15 ottobre verranno presentate le prime linee guida. “Penso che dobbiamo sfruttare con coraggio questa passaggio, il Covid ha sicuramente rappresentato un dramma nel nostro Paese ma oggi ci offre anche una più significativa consapevolezza da parte delle opinioni pubbliche e delle istituzioni a tutti i livelli della necessità di ricominciare ad investire”, ha evidenziato.
Il vero cambiamento sta tutto, come ha dichiarato il ministro, nell’iniziare subito a considerare la tutela della salute non più come un costo, ma come un investimento fondamentale per il benessere dell’individuo e il futuro delle comunità. La salute, del resto, è “la precondizione essenziale per qualsiasi attività economica e sociale”.