“Non un euro sarà sprecato”, sotto questo auspicio formulato da Giuseppe Conte si è svolto ieri a Palazzo Chigi, presso il Ciae (Comitato interministeriale per gli affari europei) il confronto sulle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: trenta pagine e 28 slide per definire gli obiettivi che l’Italia vuole raggiungere con i 209 miliardi del Recovery Fund. Una riunione operativa, presieduta dallo stesso premier e dal ministro per gli Affari europei Enzo Amendola a cui erano presenti i titolari dei dicasteri competenti sul dossier, utile a fare una sorta di ricognizione sul lavoro fatto fino ad oggi e approvare l’impianto complessivo del piano, suddiviso in 6 macro-missioni, che in una terminologia cara all’Ue vengono definiti cluster, cioè gruppi di progetti omogenei fra loro: digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione e formazione; equità, inclusione sociale e territoriale; salute.
In parallelo a questi filoni si punta ad intervenire anche sulle tasse, con una riduzione del cuneo fiscale per dare più consistenza ai salari e a raddoppiare il tasso di crescita, portandolo all’1,6% in linea con i valori Ue e aumentare il tasso di occupazione del 10% per arrivare al 73,2% della media europea. Una sfida decisiva per la ripresa, dunque, ma anche per il futuro del Paese, i tempi sono però molto serrati: entro il 15 ottobre occorre presentare la progettualità a Bruxelles per accedere all’anticipazione del 10%. Fra le riforme che il Governo ritiene più urgenti vi è sicuramente la digitalizzazione, che implica anche l’informatizzazione della pubblica amministrazione – compresa la scuola – il completamento della rete nazionale in fibra ottica e lo sviluppo della rete 5G.
E ancora, la decarbonizzazione dei trasporti, il miglioramento dell’efficienza energetica, gli investimenti in economia circolare e il il grande capitolo delle infrastrutture (anche il completamento della TAV Torino-Lione). L’istruzione è un altro macro tema fondamentale, a partire dalla lotta all’abbandono scolastico. Cruciale anche la grande sfida sulla salute, tema tornato ancor più in auge con il Covid-19, con investimenti per ammodernare le strutture sanitarie e per sviluppare un’offerta di servizi innovativi dopo anni di tagli alla sanità.