Manovre in corso nel Pd per arrivare alla direzione convocata dal segretario Nicola Zingaretti lunedì prossimo con le carte in regola per scegliere il Sì al referendum. L’ultimo lasciapassare è arrivato ieri dalla Conferenza dei capigruppo della Camera riunita per programmare il calendario dei lavori. Subito dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, Montecitorio inizierà la discussione sulla legge elettorale, partendo dai correttivi previsti nella cosiddetta legge Fornaro (modifiche alla base regionale del Senato e sistema di elezione del capo dello Stato).
Viene accontentata così quella frangia dei dem che pretende di ancorare la riduzione del numero dei deputati e senatori alla riforma elettorale. Le date scelte sono il 25 settembre per le modifiche alla Costituzione – chieste più di tutti dallo stesso Zingaretti – e il 28 settembre per entrare nel merito del cosiddetto Germanicum, cioè il sistema proporzionale sul quale i partiti di maggioranza avevano trovato un accordo di massima un anno fa. Successivamente si voteranno gli emendamenti.
Arrivati a questo punto, per Luigi Di Maio non ci sono più scuse. “Il governo non scricchiola – ha detto – ma adesso che è stata fissata una data per la legge elettorale tutti i partiti siano trasparenti nel votare e nel sostenere il Sì al referendum” sul taglio ai parlamentari. Ci saranno quelli che sosterranno il No ma chi sostiene il Sì adesso lo faccia in maniera trasparente perché non ci sono più scuse”. Una liberazione per una parte dei dem che non ha dubbi sul tagliapoltrone, una riforma che coincide con una richiesta storica della sinistra italiana. Per questo i gruppi parlamentari di Camera e Senato hanno dato vita a diverse iniziative, confrontandosi con l’area interna che invece accampa scuse per provare a mantene l’attuale numero di seggi, che nella vita non si sa mai.
“Siamo molto soddisfatti per la calendarizzazione della legge elettorale e della legge Fornaro, dopo che anche il Senato ha calendarizzato la legge con il voto ai diciottenni per il Senato”, ha detto il capogruppo Pd a Montecitorio Graziano Delrio. “Chiedevamo una accelerazione sulle riforme e l’accelerazione c’è stata, quindi il patto della maggioranza sulle riforme tiene”.