Sulla natura dolosa dei roghi dei cassonetti che da settimane funestano la Capitale, ormai ci sono davvero pochi dubbi. Così, come in un film già visto e che solo il lockdown aveva messo in pausa, continuano a ripetersi gli atti di vandalismo con altri 10 raccoglitori dell’immondizia che sono stati dati alle fiamme ieri tra la Capitale e Ostia. Atti scellerati contro cui ha tuonato la sindaca Virginia Raggi, sempre più convinta che sia in corso un attacco alla città, sostenendo su Facebook che “bruciare un cassonetto è un gesto criminale che crea un danno grave e diretto alla nostra comunità: per la salute e le tasche dei cittadini, per l’ambiente, per lo stesso servizio di raccolta. E non possiamo accettarlo”.
Difficile darle torto anche perché la stessa grillina spiega che “dall’inizio dell’anno sono stati circa 180 i contenitori stradali bruciati e sostituiti da Ama”, sottolineando come “durante il lockdown questi numeri si erano quasi azzerati” mentre “da giugno a oggi Ama ha dovuto sostituire 76 cassonetti dati alle fiamme. Noi non solo continuiamo a sostituirli e non ci lasciamo intimorire ma continuiamo anche a denunciare e a lavorare per i cittadini, sempre a testa alta”.
FENOMENO FUORI CONTROLLO. Per qualcuno può sembrare un’esagerazione ma si tratta di un fenomeno davvero preoccupante e per il quale, dati alla mano, nel 2018 sono stati distrutti circa 500 cassonetti e 12 mesi più tardi altri 460 per un totale – spaventoso – di oltre 1.000 raccoglitori dati alle fiamme in appena tre anni. Fatti talmente gravi per i quali, il 21 agosto scorso, la stessa sindaca ha istituito un’apposita task force per individuare le aree più colpite dagli incendi a Roma, che siano roghi di cassonetti, di sterpaglie o alle auto in sosta, capace di unire le forze della Polizia Locale di Roma Capitale, della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco.
Proprio in quell’occasione la grillina ha spiegato di aver voluto “costruire” questo team per “mappare le aree più colpite” ricorrendo anche “all’uso di droni” grazie ai quali individuare i roghi, così da spegnerli il più velocemente possibile, e magari beccare con le mani nel sacco anche i piromani. Che la situazione sia fuori controllo, lo ha detto chiaro e tondo anche l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, che non più tardi di una settimana fa spiegava che “è del tutto inaccettabile per la Capitale fare la conta ogni mattina dei cassonetti stradali incendiati”. Parole a cui ha fatto seguito anche un esposto in Procura per chiedere alla magistratura di fare luce su un fenomeno vergognoso che grava sulle casse del Campidoglio e di Ama.