Il Parlamento avrà un ruolo decisivo per definire il modo in cui spendere i fondi europei per la ripartenza. Ad affermarlo è il presidente della Camera Roberto Fico che, annunciando la ripresa dei lavori d’Aula dopo una breve pausa estiva, ricorda che già la scorsa settimana si sono riunite alcune commissioni, nella fattispecie Bilancio e Politiche dell’Unione europea, impegnate su questioni di primo piano come il Recovery Fund mentre stamattina alle 10.30 le Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato svolgeranno l’audizione in videoconferenza del Commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo dei fondi in arrivo dall’Ue per arginare la crisi economica innescata dalla pandemia.
Priorità che, una volta individuate, il Ciae (Comitato interministeriale per gli affari europei) voluto dal premier Conte e coordinato dal ministro per gli affari europei Enzo Amendola dovrà poi concretizzare in un piano da presentare “informalmente” alla Commissione europea entro il 15 ottobre prossimo necessario – appunto – per accedere alle risorse della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu, per velocizzare l’iter che dovrebbe portare l’Italia ad accedere, all’inizio del 2021, a un prefinanziamento nella misura del 10% delle risorse previste dal Recovery Plan. Che per il nostro Paese dovrebbe equivalere ad una ventina di miliardi di euro.
In ogni caso, come fa sapere la portavoce dell’esecutivo comunitario per l’Economia, Marta Wieczorek, la presentazione formale dei piani da parte degli Stati membri potrà avere luogo solo quando la base giuridica del piano verrà approvata, cosa che auspicabilmente dovrebbe avvenire entro l’inizio dell’anno prossimo. “Sarebbe bene non procedere troppo in ordine sparso. E qui come Unione europea abbiamo ancora molto da recuperare per stabilire standard comuni, evitare differenze e tensioni inutili. Ci sarebbe bisogno di più Europa, oltre che nei piani per la ripresa, anche nella definizione di alcune linee guida dell’emergenza. Ma i molti che invocano un maggior coordinamento europeo saranno pronti a accettarlo davvero?”, ha scritto intanto ieri su Facebook Gentiloni, anticipando sostanzialmente la sua visione fortemente europeista prima dell’intervento odierno alle Camere.
Concetto ribadito anche nel messaggio inviato alla Soft Power Conference, una due giorni organizzata da Francesco Rutelli a Venezia: “Abbiamo bisogno di un’Europa più forte geopoliticamente, con una politica estera, commerciale monetaria e di difesa comune. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di rafforzare il nostro Soft Power a partire dalla strategia europea di sostenibilità ambientale, lanciata prima della pandemia, con il Green Deal europeo, e diventata ancora più forte dopo l’approvazione del Recovery Plan”. E ancora, “Il ruolo che l’Europa sta sviluppando sulla sostenibilità è assolutamente cruciale e nessun altro attore globale è in grado di poterlo fare. O è l’Europa, o nessun altro. Si tratta della principale sfida in termini di Soft Power nel prossimo futuro. Il Soft Power – aggiunge l’ex premier – non è soltanto sostenibilità, ma anche Stato di Diritto: orgogliosamente sosteniamo i principi del pluralismo, della libertà e della difesa delle minoranze”.