“Misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Così Virgilio, nel celebre passo del Canto III dell’Inferno si rivolgeva a Dante Alighieri a proposito degli ignavi. Pare proprio che anche il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina abbia attinto a piene mani all’invito del Sommo Poeta. Non avrebbe potuto fare altrimenti, d’altronde, dinanzi a quanto le si è parato contro. Prima gli insulti sessisti della peggiore specie, infine ieri l’annuncio di una mozione di sfiducia. Protagonista di entrambi questi “attacchi” (uno a dir poco inquietante e criminale; il secondo legittimo e politico) il partito della Lega.
Si dirà: nel primo caso parliamo di insulti sui social incontrollabili da parte del Carroccio. Assolutamente vero. Ma a fronte di commenti della peggiore specie nessuno del partito, a cominciare da Matteo Salvini, ha difeso a spada tratta (come invece sarebbe stato necessario e doveroso) la ministra, preso le distanze da quei commenti o, peggio, bannato, bloccato, stoppato i commentatori social. Il punto è dirimente: non bloccare quei commenti, non prenderne le distanze in maniera chiara e netta significa inevitabilmente legittimarli. Non condividerli, certamente. Ma dar modo ad altri trogloditi di scrivere nuovamente insulti sessisti, senz’altro sì.
E invece cosa accade? Accade che all’indomani della più grande emergenza sanitaria che gli ultimi secoli ricordino, all’alba di un inizio scolastico travagliato con ritardi certamente ineludibili, invece di provare a collaborare, la stessa Lega, per mettere in difficoltà una ministra già, suo malgrado, in difficoltà visti i tempi e le problematiche, annuncia una mozione di sfiducia. Con parole che sanno di ridicolo: “Alla riapertura dei lavori, presenteremo una mozione di sfiducia a nome di 8 milioni di studenti e famiglie, di un milione di insegnanti, dei presidi e del personale scolastico tutto. La Scuola Italiana merita di meglio. Azzolina bocciata!”. A dirsi immediatamente d’accordo è stata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, altro partito rimasto inspiegabilmente silente dinanzi alle accuse rivolte sui social alla Azzolina.
La critica ovviamente è sempre legittima. A meno che, tuttavia, non abbia l’unica ragione di rispondere a dinamiche partitiche, come pare in questo caso. Già, perché la Lega, al di là della solita litania contro la Azzolina, non ha proposto una misura concreta alternativa a quelle del governo, o comunque costruttive. Come sempre al Capitano serve un nemico contro cui scagliarsi. È l’essenza del populismo sovranista, d’altronde. Il problema è che poi sui social i commentatori prendono il “la” e cominciano ad offendere. Semplicemente perché si è donna. E questa non è politica. È becero bullismo da strada.