Al taglio del numero di parlamentari non guarda solo l’Italia. Il dossier del servizio studi della Camera e del Senato sul tema evidenzia infatti che a tale obiettivo stanno lavorando anche Francia, Regno Unito e Germania. Con la riforma il numero di deputati e senatori passa da 630 a 400 e il numero ogni centomila abitanti da 1 a 0,7. Il rapporto più basso attualmente in Europa. Ma il record potrebbe appunto essere mantenuto da Roma per poco tempo.
In Francia il presidente Emmanuel Macron, durante la campagna elettorale, ha assicurato che avrebbe diminuito il numero dei parlamentari, che attualmente è di 577 deputati (0,9 ogni 100mila abitanti) e di 348 senatori, avrebbe vietato il cumulo di mandati elettivi per un numero superiore a tre mandati consecutivi e introdotto una una componente proporzionale nel sistema di elezione dell’Assemblea nazionale.
Il Governo francese, il 23 maggio 2018, ha quindi presentato presso l’Assemblea nazionale un pacchetto di proposte di legge denominato Démocratie plus représentative, responsabile, efficace, costituito da un progetto di legge organica che prevede la riduzione del 30% dei deputati (da 577 a 404) e dei senatori (da 348 a 244), un progetto di legge ordinaria per introdurre nel sistema elettorale vigente l’elezione con metodo proporzionale del 15% dei componenti previsti, con soglia di sbarramento al 5% dei seggi espressi e doppia scheda per l’elettore, e un progetto di legge di natura costituzionale per modificare alcuni articoli della Carta costituzionale relativi per lo più al procedimento legislativo.
A PARIGI. I primi due progetti di legge sono stati però ritirati dal Governo il 29 agosto 2019, quando ancora non ne era iniziato l’esame in commissione, mentre il progetto di legge costituzionale è all’esame dell’Assemblea. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 il presidente Macron ha poi lanciato il Grand débat national su quattro temi chiave e all’inizio del 2019 vi è stata una ripresa del dibattito sulle riforme istituzionali. L’iniziativa di riforma è stata così aggiornata, prevedendo per deputati e senatori una riduzione del 25%. Il numero dei deputati verrebbe quindi ridotto a 433 e quello dei senatori a 261. L’entrata in vigore della riforma è prevista per il prossimo rinnovo dell’Assemblea nazionale e nel settembre 2021 per quanto riguarda il Senato.
DA LONDRA A BERLINO. Nel Regno Unito ogni cinque anni spetta alle Boundary Commissions la determinazione dei confini dei collegi elettorali uninominali in cui è suddiviso il territorio. E negli ultimi anni la sesta review del 2013 ha adottato le nuove Rules of Redistribution con la finalità di realizzare la riduzione del numero dei seggi nella House of Commons da 650 a 600. A Londra è poi in corso da anni anche un dibattito sulla riforma della House of Lords e del numero dei suoi componenti.
In Germania, invece, un gruppo di professori universitari e cittadini ha scritto una lettera indirizzata al Bundestag, chiedendo di incentivare un processo di revisione della legge elettorale e limitarne l’aumento indefinito del numero dei seggi. Il 13 novembre è stata quindi presentata un prima bozza di progetto di legge, in cui si indica una possibile riduzione dei seggi parlamentari di 40 unità ogni quattro anni fino a raggiungere il numero minimo previsto di 598.