“Il quattordici agosto di due anni fa crollava il Ponte Morandi, inaugurato nel lontano 1967 per connettere Genova e una parte importante dell’Italia alle grandi reti viarie europee. Non è possibile dimenticare lo sbigottimento recato dalle prime notizie, le drammatiche conferme, il numero dei morti che cresceva, l’impegno generoso dei soccorritori, il dolore profondo e composto dei familiari delle vittime, la desolazione di chi aveva perso la propria casa, la solidale e dignitosa risposta di Genova, città profondamente ferita, la vicinanza di tutta l’Italia”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lettera al Secolo XIX, in occasione del secondo anniversario del crollo del Ponte Morandi, a Genova.
“Quel tragico evento – spiega ancora il capo dello Stato – è stato vissuto anche come simbolo di contraddizioni presenti del nostro Paese, nel quale modernità, genio e sviluppo convivono con incurie inaccettabili e con antiche negligenze. Il nuovo, bellissimo, Ponte di San Giorgio, disegnato dal genio genovese di Renzo Piano, realizzato in tempi lodevolmente rapidi e inaugurato pochi giorni addietro, ha sanato il vulnus infrastrutturale, dando prova della straordinaria capacita’ italiana di rialzarsi da traumi e sciagure”.
Per il capo dello Stato “si è trattato di una cerimonia sobria e rispettosa dei sentimenti di dolore e di speranza che il nuovo Ponte suggerisce: per il ricordo incancellabile di chi ha perso la vita e per il desiderio di rilancio della comunità cittadina. Prima della inaugurazione ho incontrato in Prefettura alcuni rappresentanti dei familiari delle vittime. E’ stato un momento che conserverò nella mia memoria. La loro giusta richiesta di verità e giustizia per i propri cari, inghiottiti dal crollo del ponte, è stata accompagnata dalla forte e sofferta esortazione che vengano in ogni modo evitati in futuro disastri simili con nuovi lutti e nuove vittime”.
“Da questa sollecitazione occorre ripartire – aggiunge Mattarella -, mentre prosegue, con doverosa determinazione, l’azione di accertamento delle cause e delle responsabilità del crollo, per sviluppare e, per qualche aspetto, ricostruire una affidabile cultura della sicurezza, di adeguata manutenzione e del controllo che coinvolga e responsabilizzi imprese, enti pubblici, istituzioni locali e nazionali, università, mondo della ricerca. Per la Repubblica non esistono valori più alti della vita e della libertà dei propri cittadini. Valori che non si traducono in una mera enunciazione di principio, ma in un impegno concreto e vincolante”.