“Oggi è una giornata importante per gli equilibri ambientali di queste terre, finalmente abbiamo dato il via alle operazioni di recupero delle 40 ecoballe residuali da 1,2 tonnellate l’una che dal 2015 giacciono sui fondali del golfo di Follonica”. A dare l’annuncio è stato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ad appena due settimane dalla seduta del Consiglio dei Ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza per il risanamento ambientale.
“Le chiamano tutti così – ha spiega l’esponente dell’Esecutivo – ma di ‘eco’ non hanno proprio nulla: sono ammassi di rifiuti di plastica abbandonati a mare da una nave cinque anni fa, nel silenzio generale. Oggi finalmente iniziamo a portarle in superficie con la Marina Militare”. “Un lavoro che dal primo giorno del mio insediamento – conclude il ministro Costa – abbiamo affrontato, nominando immediatamente un commissario, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che ringrazio: è riuscito, insieme con la Guardia Costiera, a mapparle e identificarle. Lo stato di emergenza e il lavoro della Protezione Civile durerà 6 mesi, e sarà una lotta contro il tempo perché se queste balle piene di plastica dovessero aprirsi andremmo incontro ad un disastro ambientale senza precedenti”.
Dall’inizio delle operazioni sono state recuperate già tre balle disperse, cinque anni fa, dalla motonave Ivy nelle acque prospicienti la costa toscana. Le unità specializzate della Marina Militare e della Guardia Costiera, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile, proseguiranno nei prossimi mesi le attività di recupero delle restanti balle disseminate nel fondale, operazioni rese particolarmente difficoltose, in questi giorni, da un sistema di forti correnti marine particolarmente avverso.
Un’impresa, incaricata dalla Regione Toscana, gestirà lo smaltimento delle balle recuperate e si sta procedendo all’allestimento, in un’area individuata con il supporto offerto dall’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale all’interno del porto di Piombino, del sito di stoccaggio temporaneo che ospiterà i rifiuti fino al conferimento in discarica. “La fase di movimentazione, custodia e gestione del materiale recuperato fino al suo smaltimento – ha fatto sapere la Protezione civile -, dovrà, inoltre, osservare le indicazioni operative redatte da ARPAT, dall’allestimento dei presidi di tutela ambientale nell’area temporanea, alle attività di identificazione e caratterizzazione necessarie al corretto smaltimento del rifiuto”.