Come in un rapporto mai sbocciato, sull’immondizia l’intesa tra Campidoglio e Regione è più lontana che mai. Anzi dalla giunta del governatore Nicola Zingaretti è arrivato l’ennesimo strappo con l’approvazione del Piano rifiuti del Lazio 2019/2025, dopo oltre due anni dalla scadenza del precedente del 2012, in cui viene imposto l’obbligo dell’autosufficienza impiantistica per ognuno dei 5 ambiti territoriali ottimali (Ato) individuati, Roma Capitale compresa. Come se non bastasse il segretario del Pd ha poi aggiunto: “Ora basta furbizie, tutti si devono assumere le proprie responsabilità per una gestione green del ciclo”. Peccato che il governatore, almeno stando a quanto fanno sapere dal Campidoglio, con questo atto si sarebbe rimangiato la parola data.
A dirlo, senza mezzi termini, è la sindaca Virginia Raggi che dopo l’approvazione del Piano rifiuti ha tuonato: “Zingaretti parla di furbizie sui rifiuti. L’unica furbizia è quella del tuo piano regionale. Roma e i suoi tre milioni di abitanti non meritano altre discariche e tmb nella loro città. Non rispetti nemmeno la parola data”. Il riferimento della prima cittadina è alla questione dell’autosufficienza impiantistica, contenuto nell’emendamento presentato dall’assessore dem Massimiliano Valeriani, che impone alla città di trattare e smaltire l’immondizia sul territoriale comunale, contando solo su suoi impianti e discariche dei quali dovrà dotarsi in misura sufficiente alle necessità.
Eppure questi, secondo la Raggi, non erano affatto i termini dell’accordo siglato con il Comune di Roma lo scorso dicembre quando Zingaretti ha promesso di istituire un sub Ato (ambito territoriale ottimale, ndr) per la sola città di Roma mentre, con l’atto approvato, la città è stata ricompresa assieme all’intero territorio provinciale. Per capire il nodo della questione bisogna riavvolgere il nastro del tempo a fine 2019 quando, dopo mesi di pressing da parte della Regione, la Raggi, con una delibera di giunta, ha individuato la Valle Galeria per realizzare una discarica di servizio per lo smaltimento dei rifiuti.
Per realizzarla ci vuole tempo, da un minimo di 18 a un massimo di 24 mesi, e così la sindaca aveva chiesto – e ottenuto – la promessa da parte della Pisana di intervenire con soluzioni provvisorie ai problemi imminenti che potevano arrivare, specie perché in quel periodo era programmata la chiusura della discarica di Colleferro, e a cancellare dal Piano rifiuti licenziato in giunta ad agosto 2019 che avrebbe imposto l’obbligo per la città di chiudere il ciclo sul territorio. Parole che evidentemente Zingaretti si è rimangiato e che ora espongono la Capitale al rischio di doversi dotare di più impianti rispetto alla discarica già indicata e, verosimilmente, anche di impianti di trattamento meccanico biologico.
Una mossa inaspettata che ha subito riacceso lo scontro tra Campidoglio e Regione Lazio. Così dopo l’approvazione del nuovo Piano rifiuti, il capogruppo M5s in Assemblea capitolina, Giuliano Pacetti è andato all’attacco: “Il Pd vota in Regione Lazio un piano per realizzare nuove discariche a Roma. Che cosa dice il Pd capitolino? Palumbo e la Baglio dicano a tutti i romani dove vogliono realizzare le nuove discariche in città come chiedono i loro colleghi in Regione”. Ancor più duro il consigliere Paolo Ferrara: “Il Partito democratico in Regione Lazio vorrebbe obbligare Roma a costruire altre discariche e tmb per provvedere ai propri bisogni sacrificando i romani il gioco è ormai chiaro”.