L’Italia non può gestire da sola i flussi migratori. Non poteva farlo prima e a maggior ragione non può farlo ora con l’emergenza coronavirus. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio, dopo aver minacciato di chiudere i rubinetti degli aiuti alla Tunisia se non si impegnerà a frenare le partenze dei barconi, ha così sollecitato l’Unione europea a collaborare realmente nella gestione dei migranti. L’esponente pentastellato ha avuto una telefonata con il commissario europeo per l’allargamento e le politiche di vicinato Olivér Várhelyi (nella foto), in cui ha parlato della situazione migratoria e dei recenti sbarchi in Italia dalla Tunisia.
Várhelyi ha ribadito massimo supporto all’azione del Governo Conte e il ministro degli esteri ha chiesto a Bruxelles che anche l’Ue si doti di una lista di Paesi sicuri “come fatto anche dall’Italia”, al fine di “velocizzare la cooperazione europea in materia migratoria”. L’obiettivo è appunto quello di responsabilizzare tutta l’Ue anche sul fronte dei rimpatri, perché, ha ribadito Di Maio a Várhelyi, “il nostro confine meridionale è un confine europeo”.
Domenica a Napoli sempre il ministro degli esteri si è poi confrontato sulla situazione dei Paesi del Nord Africa, in particolare Libia e Tunisia, con Andrea Cozzolino, presidente della Commissione del Parlamento europeo per i rapporti con i Paesi del Nord Africa. “Il tema del rafforzamento di un’azione europea per consolidare la pace in quei territori – ha dichiarato l’europarlamentare – e governare i flussi migratori non è più rinviabile”.