Oggi internet è una realtà più che affermata, che nel 2020 ha raggiunto una popolarità pazzesca. Oggi, però, la rete è molto diversa da quello che è stato un passato difficoltoso per sviluppo e utilizzo della stessa. E pensare che all’inizio il web era nato per scopi puramente militari. Nel 1969 il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti decise di creare un sistema di comunicazione che fosse in grado di scambiare informazioni tra computer sparsi in tutti gli Stati Uniti e che riuscisse a resistere anche nell’eventualità di una Guerra mondiale.
L’obiettivo era quello di strutturare una rete – in inglese “web” – che non facesse a capo ad un solo terminale, ma potesse continuare a funzionare anche nell’eventualità in cui uno dei supporti “fisici” venisse distrutto.
Fu così creata una rete sperimentale chiamata Advanced Research Projects Agency Network (Arpanet), che collegava e faceva dialogare tra loro computer militari di tipo differente. Anche varie università vennero “messe in rete”, cioè collegate tra loro con quel sistema.
Nel 1990, però, qualcosa cominciò a cambiare quando Tim Berners-Lee perfezionò quell’idea originaria e inventò il World Wide Web (il famoso WWW) come lo conosciamo oggi.
Il 12 marzo 1989 infatti descrisse per la prima volta una rete per gestire le informazioni scambiate dagli scienziati del CERN (il centro europeo di ricerche nucleari) di Ginevra. Tale sistema era stato concepito come una ragnatela (che in inglese si dice web) che permettesse di navigare attraverso i vari contenuti dei diversi archivi informatici dei laboratori di ricerca. Qualche tempo dopo, il 6 agosto del 1991, Berners-Lee pubblicò dunque il primo sito web al mondo: http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html.
Da quel momento il mondo cambiò radicalmente, fino ad arrivare ai giorni nostri e ad una realtà sempre più connessa.
Il presente di internet
Oggi utilizziamo internet per svolgere quasi tutte le nostre attività, attraverso un utilizzo quotidiano amplificato dall’emergenza Coronavirus durante il quale le nostre abitudini sono cambiate molto anche dal punto di vista della fruizione di internet. Durante quel periodo, infatti, gli italiani si sono rifugiati sulla rete, per informarsi, svagarsi, tenersi in contatto con amici e parenti lontani. Tutte queste operazioni hanno significato un incremento notevole dell’utilizzo di internet nel primo trimestre 2020 e soprattutto nell’ambito del mobile. Secondo le stime dell’Ericsson Mobility Report, basatosi su questionari online sottoposti in 11 Stati a circa 11mila persone di età compresa tra i 15 e i 69 anni, il traffico sulle reti mobili è aumentato in media del 14% nei primi mesi del 2020 rispetto al trimestre precedente. Rispetto al primo trimestre del 2019 poi, il distacco è notevolmente maggiore e si aggira su un +56%, e sembra destinato ad aumentare fino al 2025.
Durante quel periodo, dunque, abbiamo assistito ad una crescita netta di utenti abituati a guardare le serie Tv in Streaming, a giocare online su siti come questo ed in generale agli utenti che hanno imparato ad utilizzare la rete ed apprezzarne i vantaggi. Dopo questa esperienza possiamo dire con tranquillità che la rete è stata un’ancora di salvataggio per molti, di distrazione e di opportunità anche di crescita.
Un esempio su tutti è rappresentato dall’universo scuola. La risposta immediata, fortemente sostenuta dal ministero dell’Istruzione, è stata di cercare di trasferire online la didattica, attivando modalità di apprendimento a distanza. Il ministero ha anche allestito un “ambiente di lavoro” per aiutare le scuole. I vari istituti hanno sfruttato ia le numerose piattaforme utilizzabili per la didattica a distanza (come Google Suite for Education, Microsoft Office 365 Education, Moodle, Edmodo o We-School), sia le funzionalità del registro elettronico.
Si segnalano anche usi di Skype, Zoom, WhatsApp e altro: strumenti non pensati per finalità educative, ma facili da usare e dunque utili almeno per restare connessi. All’interno delle scuole, pure i singoli docenti si muovono in ordine sparso: ogni istituto dovrebbe comunque avere un animatore digitale e un team per l’innovazione, in grado sulla carta di fornire una guida ai colleghi. scambi di buone pratiche, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio e link a piattaforme certificate.
Inoltre sul web è possibile trovare moltissime piattaforme open source e siti di importanti istituzioni culturali che hanno deciso di rendere accessibili e completamente gratuite le proprie preziose risorse. Un esempio? L’Unesco che ha invitato tutti a visitare la propria “World Digital Library”, un’immensa biblioteca online gratuita lanciata all’inizio del 2009 e che raccoglie quasi ventimila contenuti tra libri rari, foto, audio, filmati, immagini e mappe interattive di epoche differenti, alcuni risalenti persino all’8000 a.C., provenienti da 193 paesi diversi e disponibili in sette lingue (inglese, francese, spagnolo, portoghese, russo, cinese e arabo). È possibile fare ricerche per paese e continente, per periodo storico, tipologia di contenuto e per argomento. In più, al suo interno, si trovano libri e manoscritti provenienti dalle principali biblioteche e dai più importanti istituti museali del mondo, come la Biblioteca Alessandrina, la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, la Yale University Library o la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, solo per citarne alcuni.
Contenuto redazionale