Ieri sulla bacheca Facebook di Virginia Raggi è comparso un post il cui inizio recita: “Eh, no. Non ci sto. Oggi ho letto un articolo di una incredibile violenza nei miei confronti: sono descritta come una svampita, una moderna Maria Antonietta che, mentre la folla urla per la fame e chiede pane, dà l’ordine di distribuire brioche. Il titolo è eloquente: ‘Bus a fuoco’. Le peripezie di Virginia che elogia i monopattini”. L’articolo a cui si riferisce la sindaca di Roma è apparso sul Corriere della Sera a firma di Fabrizio Roncone ed è un durissimo attacco al suo operato in cui sarebbe addirittura responsabile degli aggressivi gabbiani romani, causa immondizia, che hanno beccato Matteo Salvini sul terrazzo di un hotel.
A parte che forse il gabbiano aveva le sue buone ragioni, la metafora indica una strategia giornalistica che pare coordinata per quanto è concentrica, devastante e mirata. Tutta la stampa e i media le sono contro. È accusata di ogni misfatto: dalle buche, ai trasporti, alle fermate metro, all’immondizia, ai rom e chi ne ha più ne metta. Roncone l’accusa dei 145 bus andati a fuoco, ma non dice che sono vecchi ed ereditati dalle precedenti amministrazioni in quello stato. E poi c’è la storia dei due mandati e che quindi non sarebbe ricandidabile – secondo il non statuto M5S – ad un terzo mentre non è così perché già Di Maio aveva aperto al mandato zero per i consigli comunali e soprattutto la sindaca ha fatto solo mezza legislatura non completata quando era semplice consigliera con Marino.
I giornaloni la odiano e la dipingono come una svampita che si ritrova per caso a guidare una delle città più importanti del mondo, ma non dicono mai che i bus sono stati ricomprati, che i lavori per il rifacimento delle strade fervono, che i problemi dei rifiuti sono da tempo monitorati e – soprattutto – che mai come sotto il suo mandato la criminalità organizzata si è trovata in difficoltà. La vicenda degli abbattimenti della famiglia Casamonica è significativa e la sindaca è sotto scorta per questo. Prima di lei c’è stato lo scempio dei palazzinari romani, ora vige la legge e l’ordine ripristinato. Forse ce l’hanno con lei perché è una donna, ancora giovane, attiva, partecipativa e di bella presenza. Una che viene dal basso, dalla borgata Ottavia, dove tuttora risiede, una che ha fatto parte del comitato di quartiere e girava con un piccolo banco di plastica comprato al supermercato.
Una cittadina che si è fatta sindaca e che conosce benissimo i problemi della città. Non è stata paracadutata da fuori come tante volte è avvenuto. E poi la prendono in giro per i monopattini, mostrando così tutta l’arroganza di chi ignora i problemi ecologici, l’inquinamento, i cambiamenti climatici. C’è una vera corazzata mediatica contro di lei e a volte prende legnate anche dalla stampa che è definita “amica” e che invece non lo è. La Raggi brandisce la clava della legalità e l’utilizza senza pietà contro chi non rispetta la legge. Per questo la reazione contro di lei è così forte, così decisa. Perché sta provando a cambiare veramente e questo cambiamento non aggrada a lorsignori. E Roma è una città strana, crocevia del cristianesimo mondiale, del potere politico e del potere economico. Lo snodo, spesso, di un’area di ambiguità dai toni grigi sofficemente degradanti verso il nero, quando serve.