Utilizzano lo stesso linguaggio al punto che le loro affermazioni potrebbero essere (quasi) interscambiabili. Tra Pedro Sanchez e Giuseppe Conte si stabilisce un asse di ferro, “un patto necessario che può portare grandi frutti all’Europa”, per usare le stesse parole del premier spagnolo. Il prossimo obiettivo di quest’alleanza è portare a casa, entro il mese, l’accordo sul Recovery fund nella formulazione proposta dalla Commissione Ue. Ovvero quei 750 miliardi di euro necessari alla ripartenza. Conte spera che il prossimo Consiglio Ue del 17 e del 18 luglio sia risolutivo. Per giocarsi al meglio le sue carte è partito per un tour europeo che come prima mission ha quella di rinsaldare i bulloni dell’alleanza con i paesi del Mediterraneo. Prima Portogallo, ieri Spagna.
“La tragica esperienza della pandemia ha unito ancora di più i nostri Paesi”, dice Conte in conferenza stampa con Sanchez. Anche se il premier fa mostra di non voler parlare di asse dei paesi del Sud: “Non parlerei di un fronte del Sud. Noi siamo partiti con una visione condivisa da 9 paesi, adesso forse siamo anche di più”. Non si può aspettare oltre, l’accordo sul Recovery fund va chiuso entro il mese, ripetono all’unisono i due premier. “L’accordo deve arrivare a luglio”, dichiara Sanchez. “L’Europa deve subito reagire unita e dobbiamo moltiplicare gli sforzi per un pacchetto di risposte entro fine mese. Non possiamo permetterci di rinviare, la tempestività è un fattore chiave”, dice Conte. “Non dobbiamo diminuire la dimensione del recovery fund”, incalza il premier spagnolo.
“Non possiamo indietreggiare rispetto alla proposta della commissione Ue”, insiste Conte. Che all’Europa chiede “una decisione politica elevata” e nessun compromesso al ribasso. “Se non ci muoviamo è in pericolo anche il mercato unico”, osserva Sanchez. “Non possiamo permetterci di indugiare, non possiamo permetterci di essere troppo prudenti, dobbiamo osare. Qui è in gioco il mercato unico”, dice Conte. Mercato dal quale – aggiunge – l’Olanda trae “importanti benefici”. Sul Mes Sanchez ribadisce l’auspicio a non dovervi fare ricorso a dimostrazione che la pandemia è sotto controllo, ma, nello stesso tempo, invita a non provare vergogna qualora si decidesse di utilizzarlo.
Conte conferma la sua linea. Prima si porta a casa la trattativa sul Recovery fund e poi si apre la verifica sul Mes. A decidere sarà il Parlamento: “Mi sembra assolutamente ideologico dire in questo momento se lo prendiamo o non lo prendiamo”. A rinsaldare l’asse tra i due l’appoggio dell’Italia alla candidatura dell’attuale ministro dell’Economia spagnolo, Nadia Marìa Calviño, per la presidenza dell’Eurogruppo. I due capi di governo hanno concordato, infine, di lanciare un vertice intergovernativo il prima possibile: entro la fine dell’anno. Prima del Consiglio Ue i due premier saranno impegnati in due tour molto simili. Il giorno prima di Conte con Antonio Costa c’era Sanchez. Dopo Portogallo e Italia il premier spagnolo vedrà il primo ministro svedese Stefan Lofven e l’olandese Mark Rutte. Poi volerà a Berlino. Conte, dopo Costa e Sanchez, il 10 sarà a L’Aja, il 13 dalla cancelliera Angela Merkel e il 16 a Parigi.