“Tempo fa ho incontrato la moglie di un autotrasportatore morto nella tragedia del ponte Morandi. Lei si chiama Filomena, di Casalnuovo di Napoli. Suo marito si chiamava Gennaro Sarnataro, aveva 43 anni. Oltre alla moglie lasciava due figli. Gli occhi di quella signora me li ricordo bene”. E’ quanto scrive sulla sua pagina Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a proposito del nuovo ponte di Genova e del nodo delle concessioni autostradali. “Con il crollo del ponte Morandi – aggiunge l’esponente di governo -, di persone ne morirono 43. Significa 43 famiglie distrutte, per qualcosa che nessuno di noi ancora oggi riesce a immaginare, perché certi dolori per conoscerli, purtroppo, devi viverli in prima persona”.
“Non riuscire a immaginare quel dolore – scrive ancora Di Maio – però non può portarci alla cecità. Gli occhi di chi ancora non si dà pace, di chi ancora sta soffrendo e di chi chiede giustizia li conosciamo bene. Non è vendetta, né un capriccio, né uno slogan. È più semplicemente la politica. In politica nulla ha più valore se non ti ricordi degli occhi delle persone con cui parli. Non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento. Credo solo che vada subito risolta la questione”.
“Alle famiglie delle vittime avevamo promesso due cose – scrive ancora il ministro degli Esteri -: che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild; che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte. Entrambe queste promesse ora vanno mantenute. La politica senta dentro di sé il peso di queste due promesse. E passi ai fatti”.