Un audio che spunta fuori dopo essere stato tenuto sette anni in un cassetto, dopo la morte del giudice a cui sono attribuite quelle parole e quindi senza la possibilità di chiamare lo stesso a chiarire la vicenda, e alla vigilia della decisione della Corte di giustizia europea sul Cav, che nel frattempo è tornato candidabile e si è accomodato su un seggio dell’Europarlamento. Come se non fossero sufficienti i mille problemi creati dalla crisi sanitaria ed economica dovute alla pandemia, il primo tormentone dell’estate torna ad essere quello su Silvio Berlusconi perseguitato dalla giustizia. Praticamente il tema che ha tenuto l’ex premier a galla per venti anni e che ha dominato la seconda Repubblica, quando di cambiamenti veri per il Paese non se ne vedeva neppure l’ombra e l’unico problema dell’Italia sembrava il destino dell’imprenditore diventato leader del centrodestra.
SEMPRE PEGGIO. Tutto nasce con la diffusione di un audio attribuito al giudice Amedeo Franco, relatore in Cassazione nel processo Mediaset, conclusosi nel 2013 con la condanna definitiva di Berlusconi e la sua espulsione dal Senato in base alla legge Severino. Registrazione in cui si parla di “un plotone d’esecuzione” contro Silvio. Un verdetto pilotato insomma. La difesa dell’ex premier ha dichiarato di aver messo a disposizione della Corte europea per i diritti dell’uomo a maggio gli audio di Franco, che nel frattempo è deceduto. “I giudici – specificano i difensori del Cav – potrebbero non annullare la sentenza ma individuare eventuali lesioni al diritto di difesa o offrire elementi per un eventuale revisione del processo”.
Tutto a distanza di sette anni. Un particolare insignificante per l’esponente azzurro Antonio Tajani che, facendo passare l’Italia per un Paese completamente allo sbando, ha addirittura chiesto l’intervento del Parlamento europeo e della Commissione europea. “La violazione dello Stato di diritto in uno dei Paesi dell’unione europea è un fatto grave che deve interessare tutti, l’imparzialità e l’indipendenza della magistratura sono uno dei fondamenti della democrazia”, sostiene Tajani. Di più: “Le Istituzioni europee devono valutare se in Italia la magistratura abbia adempiuto al proprio compito in maniera assolutamente imparziale. Per questi motivi ho voluto informare personalmente capi di Stato e di Governo della situazione”.