“Il prossimo 21 luglio su questi fatti ci sarà un procedimento disciplinare e in quella sede sono certo di chiarire tutte le situazioni che mi riguardano compresi i giudizi fatti sui miei colleghi. E sono sicuro di poter chiarire tutto quello che è avvenuto in quei mesi. Ma già posso anticipare che in alcune espressioni che ho espresso non mi riconosco”. E’ quanto ha detto a Fatti e misfatti il pm ed ex presidente dell’Anm, Luca Palamara.
“Il trojan – ha detto ancora il pm romano sospeso da quasi un anno dalle funzioni e dallo stipendio in seguito all’inchiesta che lo vede indagato a Perugia – ha segnato un salto di qualità nella lotta alla corruzione, alla mafia e al terrorismo. Però c’è un problema grandissimo del reale funzionamento di questi captatori informatici. Il trojan ha una durata limitata, è nelle mani di persone che non sappiamo, gestisce una mole di dati di terze persone che risultano catapultate in questa vicenda che mi riguarda ma sono estranee. Con i miei avvocati riteniamo esistere un problema molto serio come l’utilizzazione di queste intercettazioni. In alcuni momenti della giornata è perfettamente funzionante, in altri no. Non lo dico io, lo dicono le carte”.
“Anche io conosco dei pezzi importanti di questa storia – ha detto ancora Palamara riferendosi alla vicenda della sentenza Mediaset – perché sono stato uno dei componenti della sezione disciplinare nei confronti del dottor Fernando Esposito. Avendo rivestito quella carica posso rispondere nelle sedi istituzionalmente componenti. Oggi da osservatore esterno dico che sono accaduti dei fatti rispetto ai quali deve essere interesse di tutti chiarire e comprendere che cosa è accaduto”.